Bresciano sparito fra Siria e Turchia, è imputato di ricettazione e rapina

Alessandro Sandrini è ritenuto in mano agli jihadisti

L'ultima immagine nota di Sandrini

L'ultima immagine nota di Sandrini

Brescia, 18 ottobre 2018 - Lo cercano come persona rapita al confine tra Turchia e Siria, mentre la giustizia italiana vuole avere notizie perché su di lui pendono due processi penali: uno per rapina e l’altro per ricettazione. Di Alessandro Sandrini, 32enne di Folzano, non si hanno più notizie da luglio da quando era apparso in un video vestito con una tuta arancione come quella dei prigionieri di Guantanamo e alle sue spalle due uomini armati. "Mi uccideranno se la cosa non si risolve in tempi rapidi", le sue parole davanti alla telecamera. Il 32enne era svanito nell’ottobre di due anni fa mentre era ad Adana, in Turchia, per una vacanza. Oltre un anno di silenzio poi alle fine del 2017 e nel corso del 2018 ai familiari sono arrivate una serie di sue telefonate fino al drammatico video.

Mentre da un lato le ricerche sono proseguite, sulla scomparsa indaga la Procura di Roma, dall’altro si sono incardinati anche i processi che vedono il 32enne in qualità di imputato. Ieri mattina si è celebrata un’udienza di quello in cui è accusato di ricettazione. Poco prima di partire per la Turchia, nel settembre di due anni fa, Sandrini e l’allora compagna avrebbero cercato di vendere a un negozio gestito da cinesi computer e tablet rubati nella notte del 30 agosto da un fast food di Desenzano. Il processo è stato rinviato a marzo per consentire alla difesa di raccogliere nuove informazioni sulla sorte del 32enne. Un altro procedimento, questa volta per rapina, lo vede imputato sempre a Brescia. Sandrini avrebbe messo a segno un colpo in un’altra attività commerciale sempre qualche tempo prima di sparire. Chi era entrato in azione con lui già è stato giudicato, la posizione di Sandrini è stata stralciata. "Per noi è un latitante", il commento di chi insieme ai militari dell’Arma ha indagato su questo episodio.