FEDERICA PACELLA
Cronaca

Riserve idriche in drastico calo, già un terzo in meno in Lombardia: "Pesa soprattutto l’assenza di neve"

Brescia, l’ultimo bollettino di Arpa mette in evidenza il trend negativo in rapporto alla media del 2006-2020. I dati peggiori arrivano dal Brembo che tocca punte del -68,9 per cento e dal Serio con il -57,8 per cento

Al lago d’Iseo le riserve idriche registrano un calo del 53,2% Male anche il lago d’Idro che vede un -63,6% Meglio il Garda con un -2,5%

Al lago d’Iseo le riserve idriche registrano un calo del 53,2% Male anche il lago d’Idro che vede un -63,6% Meglio il Garda con un -2,5%

Il 2025 si apre con un terzo di riserve idriche in meno rispetto alla media. Pesa soprattutto l’assenza di neve, che tocca punte del -88% e del -77% rispettivamente sui monti bergamaschi e bresciani. L’ultimo bollettino pubblicato da Arpa Lombardia il 2 gennaio evidenzia come, in tutta la Lombardia, la quota di riserve idriche - data dalla somma di manto nevoso, invasi e laghi - sia del 36,8% in meno rispetto alle media del periodo 2006-2020. Il trend a fine dicembre è, per altro, al ribasso rispetto alle settimane precedenti. Rispetto alla media, si fa notare soprattutto la carenza del manto nevoso, -69,7%. Un po’ meglio gli invasi (+0,6%), mentre i laghi hanno il 14,1% di riserve d’acqua in meno.

Entrando nel dettaglio dei vari bacini idrografici, i dati peggiori arrivano dal Brembo (-68,9% di riserve idriche rispetto alla media, con l’89,3% in meno di manto nevoso), Serio (-57,8% di riserve, -87,9% di neve, - 3,9% negli invasi), bacino (-53,3% di riserve totali, -77,3% di manto nevoso, -53,2% nell’Iseo). Male anche il lago d’Idro (-63,6%), con -77,1% di manto nevoso in meno, ma un +88,3% di acqua negli invasi. Meglio il Garda, con un -2,5%, ma anche qui il manto nevoso è sotto del 77,8% rispetto alla media. Il bacino del Toce-Ticino-Verbano si assesta al -34,4% (-61,9% il manto nevoso, +0,3% il lago Maggiore), quello dell’Adda al -46,4% ( -74,7% il manto nevoso, -67,2% nel lago di Como).

Dal confronto con gennaio 2022, l’anno della grande siccità che ha sorpreso anche la Lombardia, si può notare un migliore andamento di acqua negli invasi (674 milioni contro i 476 milioni di tre anni fa), segno che si è fatto tesoro di quella esperienza. Resta preoccupante il calo drastico del manto nevoso: 409,2 milioni di metri quadri quest’anno contro i 548 milioni di tre anni fa, sintomo dei cambiamenti climatici. La riduzione del manto nevoso si ripercuote anche sullo scioglimento più rapido dei ghiacciai (a cui le Nazioni Unite hanno dedicato il 2025).

"Per quanto riguarda le Alpi si stima che, se le politiche climatiche riusciranno a contenere l’aumento della temperatura globale entro i 2°C, sarà possibile salvare a fine secolo circa il 40% dell’odierna superficie glacializzata", spiega il Servizio Glaciologico Lombardo. Sempre le Nazioni Unite hanno indicato, nell’Agenda 2030, l’accesso per tutti ad acqua potabile pulita e servizi igienico sanitari come obiettivo da raggiungere, partendo dal presupposto che le risorse di acqua dolce sono essenziali per la salute, la sicurezza alimentare e la produzione energetica.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, la Lombardia sta, però, arretrando su questo obiettivo. "Un tema - sottolinea Michèle Pezzagno, direttrice del centro di ricerca CRA2030 dell’Università degli Studi di Brescia – strettamente legato al consumo di suolo, su cui paghiamo lo scotto di uno Stato che non legifera, a fronte di una pressione speculativa sempre maggiore, e anche al degrado dei suoli, che porta poi alla dispersione dell’acqua".