FEDERICA PACELLA
Cronaca

Rischio marginalità, avere uno stipendio non basta

Sono state 37.246 le persone accolte nei centri di ascolto o nei servizi della rete Caritas in Lombardia, 3mila...

Dai dati dell’osservatorio Caritas risulta sempre più significativa la presenza di lavoratori ridotti alla soglia di povertà, persone che svolgono lavori mal retribuiti o saltuari. E di pari passo un aumento dell’età media dei richiedenti

Dai dati dell’osservatorio Caritas risulta sempre più significativa la presenza di lavoratori ridotti alla soglia di povertà, persone che svolgono lavori mal retribuiti o saltuari. E di pari passo un aumento dell’età media dei richiedenti

Sono state 37.246 le persone accolte nei centri di ascolto o nei servizi della rete Caritas in Lombardia, 3mila in più del 2023; rispetto al totale nazionale, si tratta del 13%. Facendo la media fra i 426 centri, parliamo di 87,4 persone per centro, contro le 84,9 del 2023. Un numero in aumento, anche se Caritas, nel suo rapporto appena presentato sulla povertà in Italia, ricorda che l’osservatorio offre una visione parziale, legata ai servizi offerti e al grado di conoscenza degli stessi. Resta il fatto che nel 41% dei casi si tratta di nuovi poveri. Inoltre, tra le famiglie ascoltate in regione, il 56,2% ha figli. Le Caritas lombarde intercettano molti lavoratori (23,1%); nel 52,6% sono donne; uno su 3 ha cittadinanza italiana. La presenza di minori è un segnale particolarmente negativo, anche in ottica futura.

"Il tema della povertà educativa, della mancanza di risorse culturali materiali e relazionali della famiglia che incidono sull’educazione e istruzione dei figli pregiudicando il loro futuro e la possibilità di uscire dal circolo vizioso della povertà è quanto mai attuale – commenta Diego Mesa, responsabile osservatorio delle povertà e delle risorse –. Il rischio è molto alto e verificato da diversi approfondimenti fatti sia da Caritas italiana sia da Istat nel corso degli anni". Quanto alle problematiche, i bisogni variano a seconda dei profili di chi si rivolge ai servizi. "La base delle richieste, il motivo per cui si rivolgono a Caritas, è prevalentemente economica: richiesta di cibo, supporto nel pagamento delle bollette e con l’affitto. Tuttavia, dietro queste richieste troviamo solitudini e quindi povertà relazionali, difficoltà psicologiche, dipendenze o altri problemi sanitari non affrontati".

Risulta altrettanto significativa la presenza di lavoratori che non si schiodano dalla soglia di povertà. "Noi abbiamo osservato un lieve aumento delle persone accolte nei servizi della grave marginalità, la persistenza di una quota di working poor, ossia di persone che svolgono lavori mal retribuiti o saltuari. Vediamo anche un aumento dell’età media delle persone che si rivolgono a Caritas. Si tratta sia di senza dimora o persone che vivono in condizione di disagio grave, sia di anziani soli".

Federica Pacella