Qatargate, figlia e moglie di Panzeri libere. Investigatori setacciano i conti di famiglia

La Corte d'Appello di Brescia revoca gli arresti domiciliari a Silvia Panzeri e di Maria Dolores Colleoni. Prosegue il lavoro dei magistrati di Bruxelles a Milano

Antonio e Silvia Panzeri

Antonio e Silvia Panzeri

Brescia - Silvia Panzeri e di Maria Dolores Colleoni, figlia e moglie di Antonio Panzeri, principale indagato dell'inchiesta Qatargate, tornano libere. Lo ha deciso la Corte d'Appello di Brescia revocando la misura degli arresti domicialiari, dopo la rinuncia da parte delle autorità belghe alla consegna delle due donne.  

Le due erano state arrestate lo scorso 9 dicembre su mandato di arresto europeo, per associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio nell'ambito dell'inchiesta che ha portato in carcere l'ex eruparlamentare Antonio Panzeri, accusato di aver preso mazzette dal Qatar e dal Marocco in cambio di favori ottenuti tramite pressioni su esponenti del parlamento Ue. 

"Sono ovviamente contente, perché ora sono libere, ma a livello psicologico sono prostrate per la situazione che hanno affrontato".  Così il legale Angelo De Riso ha descritto lo stato d'animo delle due donne. "Non le ho ancora viste - ha spiegato l'avvocato - ma le ho sentite al telefono, sono contente ovviamente, ma a livello psicologico, visto ciò che hanno affrontato, sono prostrate, anche se comunque ora sono libere". E ancora: "Quando le convocheranno per gli interrogatori in Belgio andranno, andremo".

Intanto, prosegue per il secondo giorno, il lavoro a Milano degli investigatori belgi, titolari dell'inchiesta sul Qatargate, per raccogliere la documentazione, scavando anche nei pc e nei telefoni sequestrati, che i loro colleghi italiani, il procuratore Marcello Viola e l'aggiunto Fabio De Pasquale, hanno raccolto con le attività della Gdf dando esecuzione a diversi ordini di investigazione europea nelle ultime settimane.

Ieri nel capoluogo lombardo sono arrivati da Bruxelles il giudice Michel Claise e il procuratore federale Raphael Malagnini e, dopo un primo passaggio in Procura, si sono trasferiti negli uffici della polizia giudiziaria della Gdf, dove oggi andrà avanti il lavoro.

Stanno analizzando le carte, compresi i rapporti bancari, e stanno effettuando la copia forense di pc, cellulari e altri dispositivi informatici sequestrati nelle residenze italiane degli arrestati, compresa Monica Rossana Bellini, commercialista della famiglia Panzeri, posta ai domiciliari il 18 gennaio e che, per l'accusa, avrebbe gestito la presunta rete societaria di riciclaggio dei soldi delle tangenti.

Vengono acquisite, poi, copie dei documenti cartacei e degli estratti conto di tutte le persone italiane finora coinvolte, tra cui pure Francesco Giorgi, per anni braccio destro di Panzeri,  quando era parlamentare europeo.