
oberto Merli, presidente della onlus “Condividere la strada della vita“ che riunisce i famigliari delle vittime
Ancora lontani dall’obiettivo europeo di ridurre del 50% gli incidenti mortali nel 2030, poca la prevenzione, tanto lavoro ancora da fare per arrivare all’obiettivo di azzerare le morti sulle strade. Per Roberto Merli, presidente dell’associazione bresciana “Condividere la strada della vita“, che riunisce famigliari delle vittime della strada, non ci sono dubbi. "Siamo ancora indietro rispetto agli obiettivi europei perché si investe ancora poco sulla sicurezza stradale. Bisogna investire su infrastrutture, formazione, informazione, forze dell’ordine, che hanno un ruolo di prevenzione oltre che di repressione". Non si tratta solo di un dovere ma investire in prevenzione conviene. "I costi delle ospedalizzazioni per i feriti sono altissimi, si parla di 18 miliardi di euro l’anno (2,8 nella sola Lombardia, ndr). Basterebbe spendere molto meno – sottolinea Merli – per la prevenzione, per risparmiare vite umane". Sono tante le iniziative che oggi si terranno in molte città per ricordare le vittime della strada. A Brescia, un’installazione nel quartiere di San Polo ricorderà i 61 morti dello scorso anno.
Ma ampia è anche la mobilitazione rispetto al nuovo Codice della strada, in fase di approvazione alla Camera, che poi passerà al Senato. "La cosa più grave – commenta Paolo Gaffurini, Legambiente Brescia, che fa parte del coordinamento della mobilitazione ‘Stop al codice della strage’ a livello nazionale – è che viene sbandierato che sono state ascoltate le associazioni delle vittime della strada, ma in realtà nessuna delle osservazione fatte è stata recepita: questa è anche una mancanza di rispetto". Secondo la campagna, bene l’inasprimento delle sanzioni per chi guida ubriaco o sotto effetto di droghe, ma non si vanno a colpire le cause principali degli incidenti mortali, a partire dalla velocità. "C’è una battaglia anzi contro le zone 30 o contro i monopattini, che sembra soprattutto ideologica – sottolinea Gaffurini –, ma la sicurezza sulla strada non è né di destra né di sinistra. Il nuovo codice limita gli autovelox invece che la velocità e rende più difficile creare o proteggere aree pedonali". F.P.