BEATRICE RASPA
Cronaca

Michele Bernardi, ucciso dal carrello elettrico in un magazzino a Ono San Pietro. Era stato assunto quattro mesi fa

L’ennesima tragedia sul lavoro si è consumata in alta Valle Camonica, all’interno di una ditta di cosmetica. Il 44enne era da solo, non ci sono testimoni dell’incidente

Sul posto sono arrivate ambulanza automedica oltre ai vigili del fuoco

Sul posto sono arrivate ambulanza automedica oltre ai vigili del fuoco

Ono San Pietro (Brescia) – Muore schiacciato da un carrello elettrico deputato a movimentare bancali. È la fine terribile toccata ieri mattina a Michele Bernardi, quarantaquattrenne operaio di Berzo Demo che ha perso la vita sul lavoro, nell’azienda Comin Parfum di Ono San Pietro, in alta Valcamonica. Non erano nemmeno le 7, Bernardi aveva appena timbrato il cartellino quando si è consumato il dramma. La maggior parte dei colleghi non era ancora arrivata nella fabbrica di via Ronchi a quell’ora. Stando alla ricostruzione effettuata finora dai carabinieri della compagnia di Breno, l’uomo, assunto quattro mesi fa dalla Comin, ditta che produce cosmetici per la persona, la casa e l’automobile, in quel frangente si trovava da solo in un magazzino automatizzato. Nessuno ha assistito alla tragedia. Quel che è certo è che Bernardi, per ragioni che dovranno essere appurate, è rimasto schiacciato contro una parete da un macchinario automatico che serve appunto a spostare carichi di merce.

L’ipotesi più accreditata è che il sistema non abbia attivato lo stop per colpa di un malfunzionamento dello stesso, ma a cristallizzare le ragioni dell’incidente saranno i tecnici della Medicina del lavoro di Ats della montagna. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco e i soccorritori in ambulanza e automedica. Ogni tentativo di salvataggio dell’operaio, che lascia la madre, il padre (titolare del ristorante Vivione di Forno Allione, ndr) e la sorella, si è rivelato vano. L’infortunio di ieri ha di nuovo messo in allarme i sindacati, sul piede di guerra perché venga introdotto nel codice penale il reato di omicidio sul lavoro.

“Un passaggio da cui non si può più prescindere – ha dichiarato il segretario della Uil di Brescia, Mario Bailo – . Siamo di fronte a una nuova tragedia. Ancora una vita giovanissima spezzata, che stasera non ritornerà a casa”. Filcams Cgil Valcamonica Sebino e Fisascat Cisl denunciano quella che ormai è configurabile come “una vera e propria emergenza sicurezza”, visto che si muore nel nostro Paese esattamente come 50 anni fa. Le norme ci sono, dicono, ma “è palese che non vengano fatte applicare”. Non a caso i sindacati rivendicano “la rigorosa applicazione delle norme, il rispetto delle procedure, la formazione corretta e continua del personale, il costante coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori e puntuali controlli da parte degli enti competenti”.