Omicidio Crotti: "Con un piano di prevenzione sarebbe stato evitato"

Il procuratore generale Pierluigi Maria Dell'Osso è intervenuto sul tema dei femminicidi in un comitato in Prefettura a Brescia

Fiori lasciati nel luogo dove è stato ritrovato il corpo di Stefania

Fiori lasciati nel luogo dove è stato ritrovato il corpo di Stefania

Brescia, 23 gennaio 2019 - Anche la tragica fine di Stefania Crotti "sarebbe stata evitabile con un piano di prevenzione". Ne è convinto il procuratore generale Pierluigi Maria Dell'Osso, in Prefettura per un comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica convocato per discutere di strategie di contrasto dei femminicidi. La riunione, cui hanno partecipato vertici delle forze dell'ordine con l'assessore comunale alle Pari opportunità Roberta Morelli e il consigliere provinciale Diego Peli, ha preso le mosse dall'ultimo fatto di sangue: quello di Stefania Crotti, la cui unica anomalìa rispetto ai casi purtroppo quasi all'ordine del giorno è che a perpetrarlo è stata un'altra donna, l'ex amante del marito, Chiara Alessandri.

Dell'Osso ritiene che "sia stato preceduto da una serie di elementi ancora oggetto di indagine ma che se valutati per tempo avrebbero potuto impedirlo". Il riferimento è alla separazione intercorsa in estate tra la vittima e il compagno, seguita poi da tensione tra Crotti e Alessandri. Un caso  discusso anche in sede di conferenza interdistrettuale delle Procure di Brescia, Bergamo, Mantova e Cremona. "La violenza di genere è un fenomeno criminale in aumento e va contrastato con strategie pianificate, al pari di altri fenomeni criminali, come la mafia – continua il pg -. Nel giro di un trentennio a Brescia sono stati compiuti un centinaio di femminicidi, quattro e 151 violenze gravi solo nel 2018. A Bergamo negli ultimi tre anni nove, e altri dieci tentati. A Cremona il rapporto è di cinque e tre. A Mantova non ci sono state vittime ma 23 aggressioni".

Il cuore della strategia preventiva su cui si è ragionato mette al centro la donna che ha denunciato e dunque è più che mai bisognosa di protezione, da assicurare individuando di volta in volta soluzioni innovative. Per esempio, mutuando sistemi già utilizzati per tutelare i pentiti di mafia, oppure con il doppio bracciale elettronico, per monitorare potenziale aggressore e potenziale vittima. "Non possiamo chiedere di denunciare senza offrire protezione – sottolinea il prefetto Annunziato Varde' -. Dobbiamo trovare strumenti efficaci, d'intesa con le associazioni e il Comune, che a breve amplierà la propria rete di luoghi protetti". D'ora in poi tutte le situazioni a rischio, a partire dalle separazioni tra coniugi contrastate, saranno monitorate e trasmesse al Comitato, che poi studierà piani personalizzati.