PAOLO CITTADINI
Cronaca

Ome, uccide la moglie e poi si ammazza. L'omicida era già stato in carcere

L'amarezza degli inquirenti: "Se avessimo saputo qualcosa di più sul suo passato in Romania forse potevamo intervenire prima"

Le forze dell'ordine a Ome

Brescia, 6 giugno 2018 - "Se avessimo saputo qualcosa di più sul suo passato forse potevamo intervenire prima". All’indomani dell’omicidio-suicidio di Ome tra gli inquirenti serpeggia amarezza. Florinel Monea, il 55enne romeno che nella notte tra sabato e domenica ha ucciso a coltellate la moglie Sorina di 5 anni più giovane prima di togliersi la vita con una dose massiccia di farmaci, in Romania era stato in carcere per gravi reati contro la persona. Da poco era rientrato in Italia, in passato aveva lavorato in una acciaieria della zona, dove aveva raggiunto di nuovo la moglie che lavorava come badante. "In Italia era praticamente sconosciuto – ricordano gli inquirenti – A suo carico non c’era nulla e mai erano arrivate segnalazioni per episodi di violenza nei confronti della moglie".

Nelle prossime ore il sostituto procuratore Claudia Passalacqua  dovrebbe incaricare i medici legali che si occuperanno dell’esame autoptico sui corpi dei due coniugi che vivevano in un appartamento ricavato in una porzione di cascina appena dietro piazza Aldo Moro a Ome.

A uccidere l’uomo sono stati gli psicofarmaci che assumeva per curare una forma di depressione. "Le ferite da taglio trovate sul suo corpo sono poco più che graffi – racconta chi ha visto il cadavere – Impossibile abbiano provocato la sua morte". A scoprire i due corpi senza vita all’interno dell’abitazione è stato il figlio 30enne della coppia. L’uomo si era preoccupato perché non sentiva i genitori da più di un giorno e così ha contattato i carabinieri. Una volta raggiunta l’abitazione è entrato scoprendo i corpi senza vita della madre e del padre.