BEATRICE RASPA
Cronaca

Brescia, 90enne picchiato a sangue in casa: aggressore arrestato due mesi dopo. Si erano conosciuti al bar

Il quarantenne accusato del pestaggio ha detto ai poliziotti di aver agito per “legittima difesa”: "Mi ha fatto delle avance, ho reagito"

L’autore dell’aggressione è stato arrestato dopo una delicata indagine della Questura di Brescia

L’autore dell’aggressione è stato arrestato dopo una delicata indagine della Questura di Brescia

Brescia – Conosce un amico al bar del quartiere, lo invita a casa sua e si trova pestato a sangue. È la brutta avventura capitata una sera dello scorso luglio a un novantenne di Brescia. L’autore dell’aggressione, circa cinquant’anni di meno, è stato identificato e arrestato nelle scorse ore dalla Polizia di Stato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare. È in carcere per tentato omicidio. 

I fatti risalgono appunto a un paio di mesi fa. La vittima aveva conosciuto il quarantenne in un bar vicino alla sua abitazione, in zona via Veneto. Una sera l’anziano aveva chiesto all’amico di seguirlo nel suo appartamento, ma tra le mura domestiche qualcosa è andato storto.Stando alla versione accusatoria quando il padrone di casa ha chiesto all’ospite di andarsene questi, completamente ubriaco, lo avrebbe assalito a calci e pugni, colpendolo al viso e alla testa, per poi abbandonarlo sanguinante sul pavimento. A dare l’allarme sono stati i vicini dell’anziano, che hanno sentito i lamenti provenire dall’abitazione a fianco. I soccorritori hanno trovato il novantenne con il volto massacrato di botte. Trasportato in Poliambulanza, i medici hanno diagnosticato al nonnino plurime fratture, ferite inferte con furia cieca e inaudita e un’emorragia nasale. Tutte lesioni compatibili con un tentato omicidio.

Il caso è finito in mano alla Squadra Mobile, che ha cercato indizi per riavvolgere il nastro e ricostruire la serata. Una serata che la vittima, hanno scoperto i poliziotti, aveva appunto trascorso al solito bar. L’indagine degli uomini in divisa ha permesso di appurare che in quel locale il novantenne aveva conosciuto l’aggressore, poi visto lasciare il suo appartamento nella notte seguente. Incrociando testimonianze e immagini delle telecamere presenti, l’uomo è stato identificato e rintracciato. Finito in manette, si è giustificato sostenendo di aver agito per "legittima difesa": il nonnino lo avrebbe molestato con avances sessuali sgradite. Di qui la sua reazione.