REDAZIONE BRESCIA

No all’impianto rifiuti "Ce ne sono già troppi"

La società A2A vorrebbe realizzarne uno per scarti urbani a Bedizzole ma gli ambientalisti insorgono: "Ora basta"

Si scalda il dibattito sull’impianto Forsu, rifiuti solidi urbani, che A2A Ambiente vorrebbe realizzare in località Fusina a Bedizzole per produrre biometano. Dopo la bocciatura del primo progetto dalla Provincia sulla scorta dei pareri di Arpa ed Ats Brescia, ora si deve valutare il nuovo progetto per l’impianto da 60mila ta. In vista della Conferenza dei servizi che si terrà in Provincia il 27 gennaio i consiglieri comunali di minoranza di Lonato hanno inviato alla Provincia la contrarietà per le ricadute negative che l’impianto avrebbe in particolare sui Comuni confinanti con Bedizzole, Lonato e Calcinato: il progetto non considererebbe che "le emissioni odorigene dell’impianto avranno un fortissimo odore di uova marce". Comitato Cittadini di Calcinato e Ambiente Futuro Lombardia, inoltre, hanno evidenziato nelle loro controdeduzioni che sulla zona, a 1500 metri dal sito prescelto, gravano già 1 impianto di compostaggio, 4 di trattamento rifiuti, 5 aziende autorizzate alle emissioni in atmosfera, una discarica cessata di rifiuti speciali pericolositossico nocivi, una discarica in esercizio, 2 impianti di cogenerazione, 3 infrastrutture stradali, 29 allevamenti di dimensioni medie. Più moderata la posizione dei circoli di Legambiente di Brescia, Brescia Est, Montichiari e Ghedi, secondo cui è necessario che sia realizzato a Brescia un impianto che tratti la frazione organica dei rifiuti, nell’ottica dell’economia circolare, visto che è presente solo l’impianto di Bagnolo Mella della Systema Ambiente, che tratta 25 mila t annuo a fronte delle 90mila t di rsu prodotte nel Bresciano. Le altre 65mila vengono smaltite in impianti fuori provincia, generando un’emigrazione di rifiuti. Bene, dunque, un impianto che usi le migliori tecnologie. Sulla localizzazione, i circoli di Legambiente confermano la preoccupazione per l’area scelta evidenziando "l’assenza del ruolo programmatorio dell’ente Provincia che avrebbe dovuto individuare i siti più idonei e le tecnologie da utilizzare per la realizzazione di un impianto fondamentale". Federica Pacella