Nave: bocciate le due turbine. "La centrale non si farà"

Dai Ministeri è arrivato lo stop definitivo al progetto in un’area critica: giudizio di compatibilità ambientale negativo

Una manifestazione del comitato contrario alla centrale (Archivio)

Una manifestazione del comitato contrario alla centrale (Archivio)

Nave -  Stop alla centrale termoelettrica che Duferco Sviluppo avrebbe voluto realizzare nell’area ex Stefana a Nave. Venerdì sera è arrivato il decreto firmato dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani e dal collega della Cultura Dario Franceschini, col giudizio negativo di compatibilità ambientale. Presentato nel 2018, il progetto prevedeva la realizzazione di 2 turbine alimentate a gas naturale, di 30 MWe di potenza. Secondo quanto aveva spiegato nel 2019 il presidente del gruppo Duferco, Antonio Gozzi, a fronte delle 11mila firme raccolte tra i residenti dal Comitato per la Valle del Garza, le turbine sarebbero state attivate su richiesta di Terna in caso di emergenze sulla rete, derivate dall’instabilità delle fonti rinnovabili.

Le emissioni pari a circa 12,2 tonnellate di Co2, ammoniaca, ossidi di azoto, sarebbero state il 3,5% di quelle già autorizzate per la produzione nello stabilimento siderurgico. Rassicurazioni che non hanno convinto istituzioni (Comuni di Nave, Brescia, Bovezzo, Caino, Concesio, Collebeato, Botticino, Serle, Comunità della Val Trompia, Regione) e cittadini, visto che Nave è nell’area critica per la qualità dell’aria. Secondo l’ISS, "il particolato mostra una forte criticità nell’area, che sconsiglierebbe l’inserimento di qualsiasi ulteriore sorgente di potenziale emissione". Positivo il parere del ministero della Cultura sull’impatto paesaggistico, che però non è bastato a fare da contrappeso alla questione ambientale-sanitaria, già evidenziata nel parere negativo della Commissione Tecnica VIA e VAS a novembre 2020.

"Siamo contenti di questo risultato, che premia il lavoro congiunto delle istituzioni e dei comitati", commenta il sindaco di Nave, Matteo Franzoni. Ora resta da capire quale sarà l’evoluzione del sito Duferco. L’azienda non ha mai esplicitamente legato la sua permanenza alla centrale turbogas, ma questa bocciatura, unita ai lavori che sarebbero in corso per smantellare quanto c’è nel sito, creano un po’ di preoccupazione. "Dovremo monitorare la situazione, è un’area industriale molto complessa", sottolinea Franzoni. Non è escluso che l’azienda faccia ricorso o che presenti una nuova istanza. Intanto esprime soddisfazione il Comitato della Valle del Garza, che dedica la vittoria a Stefania Rossetti, attivista della prima ora, scomparsa prematuramente. "Temevamo – dice il presidente Aldo Manzato – che potesse passare il concetto che un combustibile fossile come il metano potesse trovare un impiego nel territorio, fortemente segnato dalle attività del passato, e a rischio di poter subire un nuovo insulto. Fortunatamente la posizione delle maggiori istituzioni è stata a favore della tutela ambientale e della popolazione".