
Il nuovo murale comparso a Brescia
Brescia, 10 novembre 2019 - Le fasi della vita, dall’infanzia alla vecchiaia, in un magmatico intrecciarsi di emozioni, dolore, lacrime. Passando dal Carmine, ciascuno potrà apprezzare (o meno) e dare la propria interpretazione del murales che da ieri campeggia in vicolo Diagonale. «La street art fa questo, lancia messaggi, non è solo qualcosa di decorativo», spiega Yaz, street artist che oggi lavora con professori di Brera.
La scelta del muro del Carmine per la sua opera non è casuale. Galeotto è stato l’incontro con l’associazione Carminiamo, realtà molto attiva nel quartiere del centro cittadino, che da tempo promuove l’idea di un Carmine colorato, più in linea con la vitalità di una delle zone più giovani di Brescia rispetto ai toni pastello imposti dal regolamento comunale. Con un’età media tra le più basse della città (secondo solo a Sanpolino), tra i cuori della movida, frequentato ed abitato da studenti universitari, il quartiere vorrebbe una deroga rispetto al piano del colore previsto per le abitazioni. «Molti proprietari sono d’accordo – spiega il presidente dell’associazione Francesco Catalano – così come lo sono molti esercenti e residenti. Quello che chiediamo è la possibilità che chi vuole fare un murales sulla propria casa, possa fare domanda di deroga. Ufficialmente non ci è stata negata, ma nella pratica siamo ancora ad un nulla di fatto». Qualche tempo fa, un murales fu realizzato in via Fratelli Bandiera, con il beneplacito della proprietà. La vicenda aveva suscitato qualche polemica e la richiesta del Comune, al proprietario, di ripristinare il muro allo stato precedente l’intervento dello street-artist: una domanda caduta di fronte alla prova che il ripristino avrebbe significato far emergere scarabocchi e scritte (quelli sì, brutti).
L’esperienza è stata replicata in vicolo Diagonale, dove il nuovo murales è comparso (con il benestare dei proprietari). Un atto secondo, con cui il Carmine, senza attendere deroghe, sta cercando di affermare la propria identità attraverso i colori. In altre città italiane ed europee, i quartieri variopinti sono diventati mete d’attrazione turistica: l’ambizione è che questa operazione nata dal basso possa avere la stessa fortuna. «I muri devono essere liberi di parlare – sottolinea Catalano – l’iniziativa punta a rendere più bello il quartiere». Va ricordato che in questi anni, Brescia si è aperta alla street-art, con iniziative ad hoc come il progetto Link, che ha portato artisti affermati anche a livello internazionale ad interpretare gli spazi con le loro opere. «Noi non abbiamo aderito – sottolinea Catalano – perché il nostro non è un progetto contro il degrado. Ciò che a noi interessa non è l’aspetto decorativo in sè, ma che le opere siano libere».