BEATRICE RASPA
Cronaca

Mompiano, omicidio di Elena Lonati: libero il sagrestano

Nell’estate del 2006 uccise la studentessa nella chiesa di Santa Maria. Pena ormai scontata

Elena Lonati, ammazzata nell’estate del 2006 a soli 23 anni

Brescia, 13 settembre 2020 -  Ha pagato i conti con la giustizia, pochi mesi e Chamile Ponnamperumage Wimal, il giovane cingalese che nell’estate 2006 uccise la studentessa 24enne Elena Lonati nella chiesa di Santa Maria a Mompiano, dove faceva il sacrista, sarà libero a tutti gli effetti. Condannato a 18 anni e 4 mesi per l’omicidio, è uscito dal carcere: negli ultimi due anni rientrava in cella solo la notte. Ora non più.

"La pandemia ha accelerato la conversione della semilibertà in affidamento in prova – spiega l’avvocato Marco Capra, che assiste Chamile, per tutti Camillo, dall’epoca del delitto – Il provvedimento, concesso provvisoriamente durante il periodo di lockdown, è stato confermato lo scorso giugno. Pochi mesi ancora, e avrà scontato tutto. È sempre stato un detenuto modello: giusto che abbia la possibilità di reinserirsi e di riabilitarsi".

Mite, di poche parole, Chamile, oggi 37enne, lavora come cuoco in una cooperativa. In questi 14 anni non ha mai accennato nemmeno una volta al delitto della coetanea di cui si addossò la responsabilità. La sua casa dal 2006 è stata il penitenziario di Canton Mombello. La vita della famiglia di Elena, in tasca un diploma da operatrice sociale, cambiò per sempre nella tarda mattinata del 18 agosto 2006. Era mezzogiorno e Chamile, raccontò lui il giorno seguente costituendosi, stava per chiudere il santuario. La studentessa entrò all’ultimo minuto per accendere una candela. Tra i due nacque un battibecco. Il sagrestano spiegò che l’aveva più volte invitata a uscire, ma lei si sarebbe attardata. Una discussione, una spinta e la giovane cadde all’indietro, finendo con la testa sull’appoggiapiedi di un banco. A quel punto Chamile credendo Elena morta, quando in realtà era solo svenuta, la impacchettò con sacchi di plastica e nastro adesivo, girando lo scotch su bocca e collo della giovane, e trascinò il corpo su una scala di un pulpito: la studentessa morì soffocata.