FEDERICA PACELLA
Cronaca

Minori, dal reato al riscatto. Ci prova l’Università: "Esperimento riuscito"

Brescia, il progetto della Cattolica ha interessato otto ragazzi: esiti positivi. Il direttore del Servizio di Psicologia clinica: è stato valorizzato il loro impegno.

iancarlo Tamanza direttore del Servizio di Psicologia Clinica e Forense dell’Università Cattolica L’ateneo ha promosso un test relativo alla messa in prova

iancarlo Tamanza direttore del Servizio di Psicologia Clinica e Forense dell’Università Cattolica L’ateneo ha promosso un test relativo alla messa in prova

"Ci sono ragazzi che vivono sin dalla nascita in condizioni in cui non dovrebbero vivere, secondo le convenzioni internazionali firmate anche dall’Italia". Alla luce della sua esperienza di giudice minorile iniziata nel 1993, Cristina Maggia, presidente del Tribunale dei minorenni di Brescia, non ha dubbi: a fronte della violenza dei minori, serve una presa di responsabilità di tutta la comunità. "Viviamo il disagio sempre maggiore dei giovani che incontriamo tutti i giorni in Tribunale – ha spiegato, nel convegno organizzato dalla Cattolica di Brescia per presentare gli esiti del progetto di messa alla prova in università –. Io sento la necessità di stare dalla loro parte, perché i minori che commettono violenze, molto enfatizzate dai media, nascono e crescono nella comunità e se non sono così ‘eleganti’ come li vorremmo è anche colpa nostra".

Positivi, dunque, i progetti di messa alla prova, come quello innovativo ideato dal Servizio di Psicologia Clinica e Forense e dal Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica di Brescia, con la Direzione Generale per la Giustizia minorile e di comunità del Ministero di Grazia e Giustizia. "È importante che anche i minori autori di reato – sottolinea Maggia, che andrà in pensione fra una settimana – non siano sempre additati ed esclusi per quello che non sanno fare: se si crede in loro, le potenzialità escono".

Il senso di frattura relazionale tra minori che delinquono e comunità è uno dei punti chiave emerso anche nella conference di gennaio. Secondo gli adolescenti, inoltre, i social media stanno portando a creare come modello vincente quello della devianza minorile come mezzo di successo. Nel progetto, gli 8 autori di reato sono stati coinvolti in attività di trekking, gruppi di parola e attività in università. "Un’esperienza innovativa – sottolinea Giancarlo Tamanza, direttore del Servizio di Psicologia Clinica e Forense di Cattolica – che si chiude con un bilancio positivo. I ragazzi hanno completato il percorso: per tutti è stata una situazione che ha valorizzato il loro impegno".

Un modello da replicare, anche alla luce dell’aumento di segnalazioni di minori autori di reato. "Le denunce – spiega Giuliana Tondina, procuratrice capo presso il Tribunale per i Minorenni di Brescia – sono molto eterogenee. Abbiamo diversi casi di genitori che non sono contenti di come è stato gestito un episodio a scuola e fanno denuncia ai carabinieri".