Messaggi e squilli alla zia: Bergamo, l'anziana vuole i soldi ma la "stalker" si difende

Una vicenda a sfondo familiare tra zia e nipote: l'84enne di Azzano San Paolo riceveva squilli a tutte le ore da un numero privato. I carabinieri scoprono l'intestatario del numero: la nipote, 54enne di Seriate. Si discuterà del lascito della mamma della vittima in Tribunale.



Messaggi e squilli alla zia: Bergamo, l'anziana vuole i soldi ma la "stalker" si difende
Messaggi e squilli alla zia: Bergamo, l'anziana vuole i soldi ma la "stalker" si difende

Si parla di molestie, di telefonate, o meglio di squilli, in questa vicenda a sfondo familiare tra zia e nipote. E di chiamate ne sono arrivate parecchie, a tutte le ore: alle 6.20 del mattino e poi alle 7. E dopo 15 minuti, a metà giornata, al pomeriggio, alla sera e anche la notte. Squilli a orari diversi. Tutti annotati sui fogli dalla vittima, T. L. 84 anni, di Azzano San Paolo, costituita parte civile con l’avvocato Cristina Maccari. Telefonate ricevute da un numero privato nell’arco di tempo che va da ottobre 2020 fino a giugno-luglio 2021. Ma chi c’era dall’altro capo della cornetta o le inviava messaggi su WhatsApp del tipo: "Ricordati dei soldi", "Ricordati il settimo comandamento, non rubare", "Devi darmi i soldi che mi spettano", e così via? Non c’è voluto molto a smascherare la telefonista. È stato sufficiente ai carabinieri richiedere all’operatore telefonico il registro delle chiamate per arrivare all’intestatario del numero, una nipote dell’84enne, C.L. 54 anni, di Seriate, assistita dall’avvocato Alessandro Bresmes.

L’imputata nega la ricostruzione dell’accusa, si è opposta al decreto penale di condanna per cui avrebbe dovuto solo pagare 200 euro, decidendo di difendersi nel merito. Alla base di queste molestie, pare, una sorta di eredità. Un lascito da parte della mamma della vittima (forse 30mila euro) morta a 103 anni. Per venti ha vissuto a casa della figlia. C’e l’eredità? Vero? Falso? Per ora davanti al giudice Guadagnino è stata sentita solo una versione, quella dell’84enne. "Non erano telefonate, ma soltanto squilli. Tutti i giorni, a orari diversi. Se ho mai sentito qualcuno? No, mai. Dopo lo squillo, il telefono era muto. Ma io avevo capito chi poteva essere (il riferimento è all’imputata, presente ieri in aula, ndr). Pensi che al cimitero di Azzano vedendomi dicevano di me che ero come la maga Circe". Domanda il giudice: "Ma lei si è mai chiesta il perché di quelle chiamate?". Risposta della teste: "Pretendeva da me dei soldi dell’eredità, anche in modo arrogante. Ma non c’è nessun testamento. Io i prelievi dal conto, 950 euro a volta, li ho fatti solo per organizzare il funerale e basta". L’84enne ha dovuto cambiare utenza, il 18 ottobre 2020 ha presentato querela ma la storia si è trascinata fino in Tribunale. Nella prossima udienza, in calendario il 6 dicembre, verrà sentita l’imputata, che così potrà fornire la sua versione dei fatti, nonché il carabiniere che ha condotto le indagini.

Francesco Donadoni