Mediaworld, braccia incrociate: sciopero a Brescia ed Erbusco

A rischio 700 posti di lavoro

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Brescia, 2 marzo 2018 - Shopping a rischio per chi, domani, decidesse di fare acquisti nei punti Mediaworld di Brescia ed Erbusco. I sindacati di categoria, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, hanno proclamato unitariamente lo sciopero in tutta Italia, dopo che Mediamarket, la società italiana di distribuzione di elettronica di consumo, ha annunciato chiusure e trasferimenti che mettono a rischio 700 posti di lavoro.

In particolare, la chiusura riguarda, già il 31 marzo, i punti vendita di Grosseto e Milano Stazione Centrale; si parla di trasferimento per la sede di Curno in provincia di Bergamo a Verano Brianza con la riduzione del punto vendita. Nei punti vendita a marchio Mediaworld di Brescia ed Erbusco che occupano circa 80 dipendenti, si sono svolte nei giorni scorsi le assemblee sindacali con un buona partecipazione dei lavoratori, sottolineano Susanna Belotti della Filcams Cgil e Paolo Tempini della Fisascat Cisl territoriali, convinti che «la crisi aziendale può essere affrontata anche con misure straordinarie condivise con le rappresentanze sindacali volte a risollevare le sorti aziendali e al contempo al mantenimento dell’occupazione fortemente a rischio in mancanza del senso di responsabilità sociale da parte dell’impresa». Secondo i due sindacalisti, il fatturato di alcuni negozi è sì in perdita ma anche perché la politica aziendale di non imputare il fatturato dell’e-commerce ai singoli negozi in cui avviene il ritiro della merce (che comporta non poca attività da parte dei dipendenti) pregiudica il cosiddetto autosostentamento dei punti vendita. Parametro che l’azienda ha dichiarato fondamentale per il mantenimento dei negozi in futuro.

Per questo, Filcams Cgil e Fisascat Cisl e le rispettive rappresentanze sindacali aziendali auspicano una elevata partecipazione allo sciopero da parte dei lavoratori dei punti vendita Mediaworld di Brescia ed Erbusco. L’iniziativa di domani sarà un banco di prova importante per il futuro rispetto a una vertenza complicata sulla quale pesa l’attuale impostazione dell’azienda.