FEDERICA PACELLA
Cronaca

L’angelo dell’Oglio? È Massimiliano Ghilardi: “Ho visto un ragazzo annaspare e mi sono tuffato per salvarlo, ma avevo paura di non farcela”

Palazzolo, la testimonianza del 54enne che ha salvato uno dei ragazzi che il 14 agosto si sono tuffati nel fiume: “Quando l’ho raggiunto si è aggrappato a me, ma abbiamo rischiato entrambi di annegare. Mi sono così fatto passare dei rami”

Massimiliano Ghilardi non ci ha pensato un attimo, si è tuffato nell'Oglio e ha salvato una vita

Massimiliano Ghilardi non ci ha pensato un attimo, si è tuffato nell'Oglio e ha salvato una vita

Brescia, 17 agosto 2025 – Quando ha sentito le urla, mentre passeggiava nel bosco con la moglie ed il cane, ha pensato che fossero schiamazzi di ragazzi che si stavano rinfrescando nel fiume. Ma poi ha iniziato a distinguere le invocazioni di aiuto e ha capito che stava succedendo qualcosa di grave: così, Massimiliano Ghilardi, 54 anni di Palazzolo sull’Oglio, ha iniziato a correre per raggiungere il luogo da cui provenivano quelle grida. È così che è arrivato sulla riva dell’Oglio ed ha avvistato, in mezzo al fiume, un giovane che annaspava, disperato. A riva c’erano altre persone, ma nessuno si tuffava. 

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Si tuffa nel fiume Oglio e annega. Salvati i due amici che hanno cercato di aiutarlo

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"Stanco e spaventatissimo” 

Ci ha pensato lui: pur affaticato già dalla corsa, ha raggiunto a nuoto il giovane. “Quando gli sono stato vicino, il ragazzo si è aggrappato a me, buttandomi sott’acqua per due o tre volte. Ho capito che così non ce l’avrei fatta, che rischiavamo di restare lì tutti e due. Così sono tornato verso riva a riprender fiato, rassicurandolo che sarei tornato a salvarlo. Mi sono fatto passare dei rami lunghi e sono tornato di nuovo dal ragazzo, trascinandolo in salvo con quelli. Quando lo abbiamo tirato fuori, era stanco e spaventatissimo”. 

Per uno dei ragazzi non c'è stato purtroppo nulla da fare
Per uno dei ragazzi non c'è stato purtroppo nulla da fare

La tragedia 

Nel frattempo, Ghilardi ha appreso che il giovane non era solo, ma che al fiume, nel pomeriggio del 14 agosto, ci era andato con altri due amici. Uno, un 16enne, era riuscito a raggiungere l’isolotto. Dell’altro si erano perse le tracce. “Abbiamo provato a cercarlo, eravamo speranzosi perché sul fondale non c’erano corpi. Quando sono arrivati i soccorsi, invece, uno degli operatori mi ha detto sotto voce che avevano visto il corpo nel fiume”. La notizia della tragedia del 21enne Samadou Guebre ha, così, offuscato la gioia per il salvataggio. 

La squadra specializzata dei vigili del fuoco impegnata in un'operazione di soccorso
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"Ho avuto paura di non farcela” 

“Tante emozioni contrastanti – ammette Ghilardi -. Quando ero in acqua, ho avuto paura di non farcela. Quando l’ho tirato fuori, l’emozione è stata immensa, ma non abbiamo potuto gioire a pieno, vista la morte dell’amico”. Capita spesso che le persone rischino di annegare in quel punto. “Sembra bello perché l’acqua è ferma ma il fondale presenta dei punti in cui non si tocca”.

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