BEATRICE RASPA
Cronaca

Lettere con proiettili ai vertici industriali: ci sono due indagati

Sono estremisti di sinistra bergamaschi: un uomo e una donna

Marco Bonometti e Giuseppe Pasini

Brescia - C’è un filo rosso tra le due lettere minatorie con proiettili e minacce spedite lo scorso giugno ai presidenti di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, Confindustria Bergamo, Stefano Scaglia e il pacco bomba recapitato nel settembre seguente al numero uno degli industriali bresciani Giuseppe Pasini, si sospetta per ritorsione contro le presunte avversità all’istituzione tempestiva di una ‘zona rossa’ durante la prima ondata. Un filo manovrato da militanti della sinistra estrema, è convinta la Procura di Brescia, che per quelle intimidazioni rivendicate da fantomatici Nuclei proletari lombardi ha messo sotto inchiesta due sessantenni bergamaschi.

Si tratta di una donna di 65 anni, che oggi siede nella segreteria della sezione orobica di Rifondazione, e di un uomo di 64. Entrambi già attivi nell’area extraparlamentare, e coinvolti nel procedimento Prima Linea (lei è stata condannata a meno di due anni, lui a sei in appello), di recente sono stati sulle barricate con il comitato popolare Verità e giustizia per le vittime di Covid. E adesso sono finiti nuovamente nel registro degli indagati, stavolta per associazione con finalità di terrorismo e minacce aggravate. Il procuratore aggiunto Silvio Bonfigli e la sostituta Caty Bressanelli ha dato mandato alla Digos di Bergamo di perquisire le loro abitazioni in cerca di materiale informatico, documenti e tracce che possano fornire elementi utili all’inchiesta.

Il blitz è scattato giovedì all’alba, ed è sfociato nel sequestro di tablet, pc, cellulari. A casa della 65enne sono stati recuperati pure tre etti di marijuana, oltre a un discorso tenuto appunto sotto l’egida del Comitato popolare in questione in occasione di proteste davanti alla sede della Regione e dell’ospedale di Alzano. "Non sapevo di quelle lettere anonime, non avevo letto la notizia sui giornali – si è difesa la donna – Sono serenissima, le pare che una donna di 65 anni possa fare una cosa del genere? La polizia avrà voluto vedere il personaggio che potevo essere 40 anni fa. Ma dopo la condanna al processone non ho preso nemmeno una multa". Rifondazione si è detta certa dell’estraneità di entrambi.