Le strutture non ce la fanno: pazienti in calo a Brescia

In Lombardia, il numero di persone in trattamento per tossicodipendenza è diminuito del 15% rispetto al pre-Covid. Il Bresciano è la provincia con la riduzione più importante, ma il numero di strutture è rimasto invariato. Il calo di strutture in Lombardia rischia di gravare su ospedali e carceri.

Sono 2.699 le persone con tossicodipendenza in trattamento nelle strutture lombarde, residenziali, semiresidenziali o ambulatoriali: si tratta di circa il 15% in meno rispetto al pre-Covid.

Questo emerge dall’ultimo aggiornamento pubblicato dal ministero dell’Interno (i dati fanno riferimento al 2022) nei giorni scorsi, che offre una panoramica delle strutture socio-riabilitative per tossicodipendenti.

La riduzione più importante, a livello numerico, è nel Bresciano, dove si è passati da 871 persone in trattamento nel 2019 a 662 del 2022 (-32%), nonostante il numero di strutture esistenti sia rimasto uguale. A Bergamo si registra un calo del 10%, mentre Como, Lecco e Sondrio vedono una crescita: +3% a Como, +44% nella provincia di Lecco (due le strutture in più), +36% nella provincia di Sondrio (dove il numero di strutture è rimasto invariato).

L’andamento è probabilmente indice di una compromissione della capacità delle strutture di riuscire ad assorbire i vari casi, legata al Covid (dal 2020 c’è una leggera crescita). In effetti, se confrontiamo il numero di strutture esistenti tre anni fa con quelle del 2022 si vede un calo: in tre anni, si è passate da 168 a 161. Il calo maggiore si è registrato a Milano (-8 strutture); solo Lecco e Varese hanno visto un aumento, rispettivamente di 2 e 3. Considerando che il consumo di droga, in generale, non è diminuito (seppur ciò non si traduca necessariamente in tossicodipendenza), l’andamento sembra piuttosto confermare quanto emerso anche dai dati di Oised: il rischio è che il problema si sposti al di fuori dell’assistenza socio sanitaria e vada a gravare su ospedali e carceri.

Federica Pacella