
Sarà processato in abbreviato e tornerà in aula il 25 settembre l’uomo di 39 anni originario dell’Albania accusato di maltrattamenti...
Sarà processato in abbreviato e tornerà in aula il 25 settembre l’uomo di 39 anni originario dell’Albania accusato di maltrattamenti nei confronti della compagna e di violenza sessuale ai danni della figlia minore di lei. Arrestato nel gennaio 2024 a Brescia dalla Mobile, era stato denunciato dalla convivente: il mese prima la donna, durante un controllo stradale da parte degli agenti, aveva preso il coraggio a due mani e aveva confidato il dramma che a suo dire viveva in casa. "Ti ammazzo, ti lascio qui in terra, non mi interessa andare in carcere, se mi denunci ti uccido e se mi togli mia figlia ti ammazzo" le avrebbe detto, in presenza dei bambini. All’epoca dell’arresto l’imputato beneficiava della messa alla prova dopo aver scontato dieci anni di carcere per un omicidio, commesso in concorso con altri connazionali durante una faida tra bande a Frosinone nel 2009.
In fase d’indagine la pm Victoria Allegra Boga ha ricostruito presunti abusi sessuali che l’imputato avrebbe commesso nei confronti della figlia che la compagna aveva avuto in una precedente relazione. La ragazzina stando all’accusa sarebbe stata destinataria di attenzioni morboso: quando non aveva nemmeno 13 anni il patrigno le avrebbe mostrato le parti intime, l’avrebbe palpeggiata e avrebbe provocato contatti lascivi. Un’accusa negata con forza dall’imputato, il quale nei giorni scorsi in aula ha depositato una querela nei confronti della ex. Subito dopo essere finito in cella - dove si trova tuttora - l’aveva denunciata sostenendo di essere vittima della sue falsità. Al termine delle indagini il titolare del fascicolo aveva chiesto l’archiviazione, ma la donna si è opposta (l’udienza è in agenda per il 26 giugno). La gup Angela Corvi ha dunque aggiornato l’udienza all’autunno per attendere l’esito dell’inchiesta per calunnia.
Beatrice Raspa