LUCA BALZAROTTI
Cronaca

L’autunno nero dei consumi. Solo casa, bollette e beni necessari ora la Lombardia non spende più

Ottobre secondo mese peggiore dell’anno: rispetto a un anno fa -2,7%. Confimprese: mercato in frenata

Ottobre si è rivelato il secondo mese peggiore dell’anno per i consumi in Lombardia, scesa ormai ai margini delle prime dieci regioni con più capacità di spesa. Anche nell’area più ricca del Paese, che concentra il numero maggiore di punti vendita delle 90mila insegne che aderiscono a Confimprese, associazione di realtà commerciali indipendenti e in franchising, il mercato ha rallentato. Il confronto con lo stesso mese del 2022 è negativo: -2,7%.

La lunga pressione dell’inflazione sulla possibilità di spesa delle famiglie (+14% l’incremento su due anni) ha portato otto capoluoghi di provincia su dodici a invertire il trend di inizio anno: Monza ha subìto il crollo peggiore con una flessione dell’8,4% dei consumi, seguita da Sondrio (-6,1%) e Lecco (-5,2%). Anche i principali centri dell’economia lombarda hanno mostrato forti segnali di sofferenza. Brescia sembra aver esaurito l’effetto benefico delle iniziative legate alla Capitale della Cultura (con Bergamo) che le avevano assicurato una prima parte dell’anno col segno positivo: a ottobre i consumi hanno rallentato e il confronto con lo stesso periodo del 2022 è -4,3%. Milano ha chiuso con una flessione del -3,5%, negativo anche il bilancio di Varese (-2,1%). Cremona è riuscita a contenere al -1% il calo. Le quattro città che hanno permesso alla Lombardia di stare ancora nella top ten delle regioni (ottava) sono Como (+0,1%), Lodi (+2,4%), Bergamo (+3,4%) e Mantova (+3,6%).

Lo stop alle spese non essenziali si vede anche nell’analisi dei settori proposta dall’Osservatorio permanente sui consumi Confimprese-Jakala. A ottobre, per la prima volta durante l’anno la ristorazione ha chiuso con un dato negativo: -1,9%. Ulteriore flessione, invece, per abbigliamento e accessori, penalizzati anche da un ottobre insolitamente caldo che ha prolungato le temperature estive e reso meno necessario l’acquisto di capi autunnali (-3,8%).

Per entrambi i settori, tuttavia, il confronto annuale (gennaio-ottobre) resta ancora positivo rispetto al 2022: +9,7% la ristorazione, +2,8% l’abbigliamento. Ma gran parte del risultato risente dell’andamento positivo del primo trimestre, mentre mese dopo mese il vantaggio si è ridotto. Quanto ai canali di vendita, l’unico a crescere a ottobre nel confronto con lo stesso mese dell’anno prima è l’online: gli acquisti tramite i siti internet di e-commerce sono cresciuti del 15,1%. In calo i centri commerciali (-2,9%), le grandi vie dello shopping (-5,3%), mentre i negozi di prossimità contengono la diminuzione degli incassi al -0,4%.

"I consumi obbligati quali affitti, energia, trasporti e primari come alimentari e beni di prima necessità, hanno eroso in modo significativo la quota di reddito disponibile per consumi più discrezionali quali abbigliamento, entertainment, beni per la casa, elettronica di consumo e ora anche ristorazione – sottolinea il Centro studi di Confimprese –. I consumatori cercano con più attenzione il risparmio, le offerte e la convenienza. Se i retailer vogliono affrontare con successo il periodo commerciale più importante dell’anno dovranno cogliere queste tendenze di fondo e allinearsi ai mutati orientamenti di spesa dei consumatori".