LUCA BALZAROTTI
Cronaca

La stretta del credito. Sos Lombardia. Alle piccole imprese mancano 2,3 miliardi

In un anno le banche hanno concesso il 10,1% di prestiti in meno. L’allarme della Cgia: "Rischio chiusure e infiltrazioni malavitose".

Due miliardi e 300 milioni in meno. Il “credit crunch“ - la riduzione dei prestiti bancari alle piccole imprese - ha fatto perdere alle aziende lombarde il 10,1% di liquidità in un anno. Una delle quattro contrazioni più consistenti, secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre insieme a Marche, Veneto e Friuli Venezia Giulia. L’Associazione artigiani e piccole imprese ha valutato in un calo del 7,7% l’impegno del sistema bancario a favore delle imprese italiane: in euro sono 55,8 miliardi in meno tra agosto 2022 e lo stesso mese del 2023. Le attività con meno di 20 addetti hanno pagato un prezzo superiore: -8,7%.

In Lombardia l’effetto della stretta è stato ancora più violento. A livello provinciale Bergamo e Varese occupano i primi due posti della graduatoria nazionale. Nel 2022 le piccole imprese della Bergamasca potevano contare su prestiti per poco meno di 2,5 miliardi, scesi quest’anno a 2,17, il 13,1% in meno. Varese è passata da 1,4 a 1,2 miliardi, con una contrazione del 12,7%. Superano la media regionale (10,1%) anche Lecco - quarta provincia italiana più penalizzata con un taglio di credito del 12,4% (da 666 a 583 milioni) - e Como, dove le aziende con meno di 20 addetti potevano contare fino a un anno fa su 1,12 miliardi mentre ora devono far quadrare i conti con iniezioni scese a 1 (-11,2%). Brescia ha dovuto rinunciare al 10,9% dei prestiti (da quasi 4 miliardi a poco più di 3,5), così come Sondrio anche se con valori assoluti inferiori (da 685 a 610 milioni). Monza è l’ultima delle province a supererare per qualche decimale il dato lombardo: le piccole imprese della Brianza hanno perso il 10,4% dei finanziamenti, da 1,4 miliardi a 1,3. L’ultima a pagare dazio a due cifre è Pavia (-10%), col taglio del credito da poco più di 1,3 miliardi a 1,2. Sempre nella Bassa Lombardia Cremona e Mantova hanno perso rispettivamente il 9,2 (da 1,7 a 1,5 miliardi) e l’8,8% (da 1,8 a 1,6 miliardi). Se nel 2022 Milano poteva contare su quasi 6 miliardi, quest’anno la liquidità immessa dal sistema bancario nelle casse delle piccole imprese del capoluogo e della provincia è scesa a 5,4: -8,3%. Ha tenuto meglio solo Lodi, che ha limitato al -5,4% il “credit crunch“: qui le aziende con meno di 20 addetti sono passate dalla disponibilità di 817 milioni a 775. "Senza liquidità un’impresa, soprattutto piccola, non può fare investimenti. Spesso è costretta a ritardare i pagamenti ai fornitori e nei casi più critici inizia a non versare con regolarità gli stipendi ai propri dipendenti – è l’allarme della Cgia –. Per evitare che tutto questo provochi una chiusura o che i titolari scivolino nella rete tesa dalle organizzazioni criminali che, in questi momenti, sono sempre disponibili a prestare soldi ad aziende in difficoltà, è necessario che il Governo intervenga subito, rifinanziando il Fondo di Garanzia per le Pmi che era stato potenziato nel periodo del Covid".