"La selezione, un dialogo tra sordi"

Mismatch delle competenze ma anche difficoltà a incontrarsi sul fronte del “benessere lavorativo“ che include welfare aziendale, possibilità di smart working, formazione. "Sembra sempre più un dialogo tra sordi". A rilevarlo è Massimiliano Bergomi (nella foto), psicologo e ad della Sevil, società bresciana di selezione, outplacement, formazione e consulenza sulle risorse umane.

I segnali di un peggioramento dell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro si possono cogliere nell’aumento delle cessazioni dei contratti a tempo indeterminato, emblema per eccellenza della stabilità lavorativa. Le ragioni sono diverse: c’è una maggiore offerta legata anche alla carenza di personale per il calo demografico, ma c’è anche la volontà di andare a cercare le proposte migliori non solo in termini di retribuzione ma anche di qualità del tempo accresciuta dopo la pandemia. "Mai come negli ultimi due anni – spiega Bergomi – vediamo candidati anche con profili manageriali che hanno quattro, cinque opportunità aperte per cui cercano l’azienda che riesca a soddisfare le aspettative sul fronte della formazione, del welfare, dello smart working dove il lavoro lo permette. La tendenza è quella di sempre maggiori aspettative da parte dei candidati, cui spesso non corrisponde un’adeguata proposta da parte delle imprese".

Cambiano anche i tempi delle selezioni. "I percorsi di ricerca che prima si chiudevano in un paio di mesi al massimo adesso superano i tre mesi, perché il dialogo tra candidati e azienda è sempre più difficile. Sullo sfondo resta il tema delle competenze, che le imprese faticano a trovare. Stanno venendo al pettine tutti i nodi del sistema che in questi anni non è stato capace di leggere le proiezioni, affrontare la questione dell’orientamento, incentivare le carriere formative nelle materie Stem".

F.P.