FEDERICA PACELLA
Cronaca

La Regione: 72 siti contaminati nel Bresciano

Eventi accidentali ma anche sversamenti e scarichi abusivi di rifiuti, dal censimento emergono anche le principali cause dei veleni

di Federica Pacella

Eventi accidentali, sversamenti, scarichi abusivi di rifiuti: sono queste le principali cause all’origine dei 72 siti contaminati del Bresciano. A tenere il conto aggiornato di queste criticità è Regione Lombardia che sul sito web ha pubblicato l’elenco dei siti contaminati di ogni provincia (esclusi i Sin). Nel Bresciano, secondo l’ultimo aggiornamento di ottobre, sono, appunto, 72 i siti contaminati (due in meno rispetto al 2019), pari al 7,5% dei 949 di tutta la Regione, dove sono in corso le attività di bonifica per il risanamento ambientale o con attività concluse ma in attesa di certificazione. Sono 81, invece, i siti bonificati nella nostra provincia sui 2620 lombardi; ben 27 si trovano nel Comune di Brescia (il 33%). Per quanto riguarda quelli contaminati, le 72 criticità sono ripartite tra 46 Comuni: in pratica, 1 Comune su 4 nel Bresciano ha sul suo territorio un sito contaminato, dove le concentrazioni di inquinanti compromettono le diverse matrici ambientali (aria, suolo, sottosuolo, acque di falda e superficiali). Entrando nel dettaglio della natura di questi siti, si nota che nella maggior parte dei casi, 24, si tratta di aree dismesse abbandonate (33%); 15 sono invece aree industriali in attività (20% del totale); 10 sono impianti di stoccaggio o adduzione carburanti; in 6 casi si tratta di discariche abusive o autorizzate; altrettanti sono i rilasci accidentali o dolosi di sostanze; 1 un impianto di recupero rifiuti (l’ex Selca di Berzo Demo). In sei casi, inoltre, la contaminazione è stata causata da smaltimenti non autorizzati o abbandono di rifiuti in ex cave.

È il caso dell’ex cava Lago Borgo a Castenedolo, Rocca a Fiesse, Baratti a Montichiari, Bonomelli a Montirone. A queste si aggiungono larea ex discoteca a Pavone del Mella, la discarica abusiva in località Gavardina a Calcinato e il cimitero unico a Lumezzane. Per quanto riguarda, invece, la geografia dei siti contaminati, Brescia è il Comune che ne conta di più in valore assoluto, con 7. L’elenco comprende l’ex deposito Italiana Petroli – punto vendita di via Sostegno, l’area dismessa dell’ex Pietra di via Orzinuovi (che rientra nel confine del Sin Caffaro). Risultano poi due aree industriali in attività: la Baratti di Eredi Inselvini di via Padova e l’ampliamento dell’area industriale BMB di via Roselli.

La fotografia regionale menziona, inoltre, il parco comunale di via Parenzo lato Sud, Est e Nord (per il quale è partito l’iter di bonifica da parte del Comune), il Punto 5 srl presso lo scalo merci e Sisa in tangenziale Ovest. Dopo Brescia, nella classifica per numero assoluto di siti contaminati ci sono Gardone Val Trompia e Montichiari, con 5 ciascuno. Per quanto riguarda il Comune della Valle, l’elenco regionale annovera tutte aree industriali in attività: Trw Italia, area ex Cromoplast, la fabbrica Pietro Beretta al civico 2 e 18 (reparto foratura Barotti) della via dedicata al fondatore dell’azienda, Galvanotechinik. A Montichiari, sono seganalte: l’ex Cava Accini in località Terminoni, qualificata tra le discariche abusive o incontrollate; l’ex cava Baratti in località Ponchioni; la ditta Normalien; il sito in via Gabriele D’annunzio 6B, zona Fascia d’oro; Telecom Italia di via Marconi dove si è registrata una perdita da serbatoio. In rapporto all’estensione del territorio, si evidenzia una presenza importante di siti contaminati in comuni piccoli ma con un importante passato (e presente) industriale: Nave, con 3 aree dismesse (Trafilerie, area ex Afim e Oasi Immobiliare- Afims ex area industriale); Lumezzane con 3 siti tra aree dismesse e smaltimenti non autorizzati; Villa Carcina sempre con 3; Pisogne con 4.