Inseriti ma ancora esclusi. Il paradosso degli studenti

Sono 210mila nella regione. L’assessore ai Servizi sociali di Brescia: un limite

Inseriti ma ancora esclusi. Il paradosso degli studenti

Inseriti ma ancora esclusi. Il paradosso degli studenti

Crescono e studiano in Italia, ma senza cittadinanza il percorso è a ostacoli. In Lombardia, sono oltre 210 mila gli studenti con background migratorio che non hanno la cittadinanza italiana, di cui 7.205 nuovi ingressi (esclusi gli inserimenti nelle scuole dell’infanzia), in costante aumento negli ultimi anni. "Un limite vero nell’accoglienza, significa tener fuori dalla cittadinanza ragazzi e ragazze che sono assolutamente inseriti", commenta Marco Fenaroli, assessore ai Servizi sociali del Comune di Brescia, città dove convivono 140 nazionalità diverse, che conta un 18% di studenti con background migratorio e che ha in consiglio comunale 3 neocittadini.

"L’aumento delle cittadinanze significa il consolidamento del percorso migratorio – sottolinea Fenaroli – mediamente noi abbiamo 25 giuramenti a settimana, anche se poi i flussi vengono regolati dal ministero dell’Interno. Resta il vulnus sui minori". Proprio a Brescia la rete “Restiamo umani“ lo scorso anno ha promosso una petizione che si è tradotta nella presentazione di una mozione per la cittadinanza inclusiva in Consiglio comunale. La rete bresciana è in contatto con quella nazionale per la riforma della cittadinanza, che, vista la composizione del Parlamento non favorevole a riforme legislative, ha scelto di agire a livello locale, in particolare con gli amministratori comunali con iniziative diverse: formazione ed informazione, appello da proporre alla firma dei consiglieri comunali, proposta ai Comuni di istituire la festa della cittadinanza dedicata ai nuovi cittadini e cittadine (che non sia una festa etnica ma una festa civile e laica).

"Sono stati prodotti – spiega Siria Garattini di “Restiamo umani Brescia“ – strumenti di ingaggio come ‘il gioco dell’oca’ che in modo scherzoso fa capire come il percorso verso la cittadinanza sia una specie di gioco dell’oca che ti rispedisce indietro anche per motivi futili o banali; altro strumento sono i video registrati per strada in cui si chiede alle persone cosa significa essere italiani, con risultati anche ‘tristemente comici’".

F.P.