FEDERICA PACELLA
Cronaca

Brescia, a giugno già quattro morti sulle strade. “Solo davanti alle tragedie si parla di sicurezza stradale”

Roberto Merli, presidente dell’associazione Vittime della strada: “Bisogna investire di più su formazione e infrastrutture”

Roberto Merli, presidente e fondatore dell’associazione Vittime della strada di Brescia

Roberto Merli, presidente e fondatore dell’associazione Vittime della strada di Brescia

Brescia – Numeri impressionanti, che non possono raccontare il dolore di perdere un figlio, un padre, una sorella, per un incidente stradale, ma che danno la dimensione di un fenomeno che interroga tutti, dagli amministratori ai cittadini. Sono già quattro, infatti, i morti sulle strade bresciane da inizio giugno, che si aggiungono ai 18 dei mesi scorsi portando a 22 la tragica conta da inizio anno. Perché tanti incidenti fatali? "Le dinamiche sono molto diverse tra loro, tutte devastanti – spiega Roberto Merli, presidente e fondatore dell’associazione Vittime della strada di Brescia –. Alta velocità, distrazione, sono le cause più comuni alla base degli incidenti, in altri casi c’è anche un po’ di leggerezza. I morti sono la punta dell’iceberg, ma per ogni decesso si stima ci siano 5 persone che riporta una grave disabilità dopo un incidente".

D’altra parte, la percezione è che di questi temi si parli solo quando accadono le tragedie. "Lo dico senza polemica, ma in piazza Loggia, per i 50 anni della Strage, c’erano migliaia di persone, mentre per la giornata dedicata alle vittime della strada, che nel 2023 nel bresciano sono state 61, ce n’era qualche decina. Mi chiedo: ci stiamo abituando agli incidenti stradali? Mi interrogo, non lo so, però mi lascia allibito che l’interesse sia legato al momento". Di cose da fare e da chiedere alla politica ce ne sarebbero molte. "Bisogna investire di più sulla sicurezza, sulle forze dell’ordine, sull’educazione stradale, fare le pubblicità progresso come si facevano anni fa. E bisogna fare strade più sicure, perché oggi ne abbiamo tante che sono colabrodo". Le zone 30 possono aiutare, ma non sono sufficienti senza controlli. "Secondo il nuovo codice della strada, non si possono mettere le telecamere nelle zone dove il limite è inferiore ai 50 km/h, per cui rischiano di essere insufficienti. Ma anche i 50 km/h basterebbero, se solo ci fosse chi fa rispettare il limite".