
L’auto ridotta a un ammasso di lamiere (Fotolive)
Sirmione (Brescia), 15 luglio 2016 - Due vite innocenti spezzate a causa di un ubriaco al volante con tasso alcolemico almeno di due volte superiore al consentito. Primo caso di arresto per omicidio stradale nel Bresciano. Questo è il bilancio del terribile incidente che nella serata tra mercoledì e giovedì ha ucciso Anna Maria Zipponi, 38 anni e la piccola Gaia Botticchio, 11 anni. Entrambe vivevano a Sirmione, nella stessa palazzina. La prima era nata nel Lazio, ma era di Mesagne nel Brindisino, e la seconda aveva visto la luce a Desenzano del Garda, anche se il cognome è originario della bassa Valcamonica. A ferirsi, in modo fortunatamente non tale da metterli in pericolo di vita, sono stati Noemi e Nicolas: i due figli di Anna Maria e la mamma di Gaia, ricoverati a Desenzano del Garda e a Verona. Il Colpevole ha appena 21 anni. Vive a Castiglione delle Stiviere ed è originario dell’Albania.
Lungo la strada che da Desenzano porta a Peschiera del Garda lo straniero ha tamponato la macchina con a bordo Anna Maria e Gaia. La certezza, unica, terribile e difficile da ascoltare e digerire, è che il guidatore che ha causato l’incidente era ubriaco. Non leggermente. Bensì in preda all’ebbrezza, che ha fatto salire il livello dell’alcol nel suo sangue ben oltre il consentito. «Gaia da sempre ha partecipato alla vita della nostra comunità – ricorda Il parroco di Lugana di Sirmione, don Sergio Formigari – sin dai tempi dell’asilo. Oggi avrebbe dovuto partecipare alla gita in programma al mare a Cavallino, vicino a Jesolo, ci teneva tantissimo. Purtroppo non sarà con noi». Sirmione il giorno del funerale di Anna Maria e Gaia sarà in lutto cittadino, come ha specificato il sindaco Alessandro Mattinzoli. «La comunità è colpita – ha spiegato il sindaco – Ci dovremo interrogare tutti su come poter aiutare concretamente i due piccoli orfani, data anche la difficile situazione famigliare della signora Anna Maria. Di certo non li lasceremo soli».
A prendere posizione ieri è stato anche Roberto Merli, presidente dell’associazione CONdividere la Strada della Vita. «È doloroso constatare che Brescia ha il suo primo arrestato per il delitto di omicidio stradale – spiega Roberto Merli – Con l’associazione lavoriamo da nove anni - a giugno il reato di omicidio stradale è stato introdotto. Ai giudici chiedo che non applichino alcuno sconto e che non abbiano la mano leggera. Parliamo di due persone morte e di due famiglie che dovranno scontare l’ergastolo del dolore». Anche Merli ha perso il figlio Alessandro a causa di una persona probabilmente in stato di ebbrezza. All’epoca, 16 anni fa, gli esami non erano obbligatori. Al dolore delle due famiglie ieri si sono uniti l’onorevole Paolo Grimoldi della Lega Nord e il presidente della Regione Roberto Maroni, così come il sindaco di Desenzano del Garda Rosa Leso.