Strage di giovani a Rezzato. L'autista del bus: "Non ho potuto evitare l'auto"

Parla il conducente del bus turistico con cui si è scontrata la Polo. Nessuno dei cinque ragazzi rimasti uccisi aveva conseguito la patente

Incidente Brescia, le 5 giovani vittime

Incidente Brescia, le 5 giovani vittime

Rezzato (Brescia) - Cinque giovani vite spezzate per una leggerezza imperdonabile. Guidare senza la patente la macchina avuta in prestito da un amico, che non si trovava sul veicolo. Al volante con ogni probabilità c’era il più grande del quintetto, Salah Natiq, di casa a Nozza di Vestone. Lui, come gli altri quattro morti, la patente non l’ha mai conseguita. Cinque giovani vite spezzate a causa di una tremenda imprudenza sabato, lungo la Strada Statale 45bis, all’altezza di Rezzato. Quattro di loro, compreso l’autista, erano residenti in Valle Sabbia: Imad e Salah Natiq, cugini di 22 e 20 anni, abitavano a Vestone. Dennis Guerra aveva 20 anni e viveva a Sabbio Chiese, mentre Imad El Harram, 20 anni, viveva a Preseglie. L’unica ragazza era Irene Sala, 17 anni, fidanzatina di uno di loro, residente con la famiglia a Prevalle. 

A ricostruire la dinamica della tragedia la Polizia stradale di Salò, che ha lavorato tutta la notte e la giornata di ieri per capire come la Polo su cui si trovavano i cinque amici sia andata a schiantarsi contro un autobus turistico del tour operator Caldana Travel di Salò, su cui in quel momento si trovava solo l’autista: un uomo di Castenedolo portato al Pronto soccorso della Fondazione Poliambulanza di Brescia, senza ferite gravi. 

Ha raccontato di "avere visto arrivare il veicolo e di non essere riuscito a frenare e a evitarlo". Sul posto, sabato sera attorno alle 22.15, è arrivato anche uno dei titolari del tour operator Caldana, che non ha rilasciato dichiarazioni ma ha assistito a tutte le operazioni. Anche alcuni familiari delle vittime sono arrivati sul posto. Intanto, durante la notte e tutta la domenica, la strada da Prevalle a Vestone, passando per Preseglie si è trasformata in unico, lungo, itinerario di dolore, fatto da diverse tappe rappresentate dalle case delle cinque vittime. 

"I nostri amici stavano andando a fare un giro in centro a Brescia – ha raccontato un amico – lo facevano spesso il sabato". Il quintetto spesso è stato visto nei locali di piazzale Arnaldo, dove molti si ricordano di loro. La strada 45 bis è restata chiusa tutta notte. Intanto le salme hanno ottenuto il nulla osta alla sepoltura: i funerali si terranno domani. Un’indagine sarà aperta, anche se chi guidava privo di patente è morto con gli altri amici.