
Palazzo di giustizia di Brescia
Brescia, 21 dicembre 2018 - Quattordici mesi di reclusione senza condizionale. Questa la condanna che il gup Alessandra Sabatucci ha inflitto ai due ragazzi bresciani che la notte del 2 aprile del 2016 avrebbero colpito con calci e pugni un 31enne bresciano al culmine di una rissa scoppiata nel parcheggio di una discoteca di Brescia.
La vittima dell'aggressione venne ricoverata in Rianimazione e da quella notte, dopo una lunga degenza ospedaliera, non si è mai ripreso. Zanetti era finito in coma per un aneurisma e inizialmente per i suoi due aggressori era stato archiviato il procedimento. Secondo il consulente di parte infatti l’aneurisma che ha fatto finire in coma Zanetti non avrebbe potuto essere collegato con certezza ai calci e ai pugni presi. Una conclusione a cui si era opposto il legale del ragazzo e dei suoi genitori, l'avvocato Ennio Buffoli, che davanti al gip aveva sostenuto come fossero stati proprio i violenti colpi ricevuti a far crollare Zanetti sull'asfalto provocandogli il gravissimo trauma cranico. L'opposizione all'archiviazione era stata accolta. «Non sono stato io a colpire Francesco – aveva spiegato in aula Fracassi nel corso del processo celebrato con il rito abbreviato – Sono io ad essere stato aggredito da un suo amico». Una ricostruzione che avrebbe però cozzato con quanto raccontato dalla dozzina di persone che quella sera avevano assistito alla scena. Per i due imputati la pubblica accusa aveva chiesto due anni di reclusione.