In coda allo sportello per una pratica Così la burocrazia soffoca le imprese

Le pmi hanno “regalato” agli uffici pubblici 238 ore lavorative l’anno, pari a un costo di 12 miliardi

di Federica Pacella

Che si tratti di pratiche relative alle imprese o di documenti necessari per la vita quotidiana, una cosa è certa: ci si dovrà armare di pazienza e provare a non soccombere nella lotta contro la burocrazia. Un tema sempreverde, che neanche la maggiore digitalizzazione della Pubblica amministrazione sembra avere migliorato, non fosse altro perché di digitale, gli enti locali, hanno ancora poco: in Lombardia, solo il 35% delle amministrazioni locali consente agli utenti di completare on line le pratiche amministrative e, se richiesto, di effettuare il pagamento via web. C’è chi se la passa peggio: secondo un report di Confartigianato sul livello di efficienza degli enti pubblici, la media italiana di enti con pratiche digitali è ferma al 28%. Il risultato è che le aziende, dalle microimprese alle grandi, passano in media 238 ore all’anno per sbrigare pratiche burocratiche: considerando una giornata lavorativa di otto ore, un imprenditore dedica a compilare carte e dichiarazioni un mese pieno di attività.

L’estate, in particolare, è un periodo caldo, con oltre 140 adempimenti che si sommano gli uni agli altri nel solo mese di giugno. E siccome il tempo è denaro, la Cgia di Mestre ha provato a monetizzare il costo della burocrazia, arrivando a una quota di oltre 12 miliardi per le imprese lombarde (57 miliardi in Italia). Una maggiore digitalizzazione potrebbe abbattere i tempi, ma a patto che le procedure siano semplificate, perché limitarsi semplicemente a replicare l’iter già previsto rischia solo di spostare il problema dall’offline all’online. Lo si vede guardando i dati del gradimento da parte degli utenti (non solo imprese ma anche cittadini) per i servizi offerti dalla Pubblica amministrazione.

I tempi in coda, innanzitutto, negli ultimi dieci anni non sono stati abbattuti nonostante un maggior grado di digitalizzazione: sempre secondo l’indagine di Confartigianato, la quota di cittadini in coda per oltre 20 minuti agli sportelli dell’anagrafe dei Comuni è del 28,4%, undici punti in più rispetto al 17,4% di dieci anni fa. Inoltre, il 31,6% dei cittadini che da maggio 2020 a gennaio 2022 si sono rivolti a un ufficio pubblico ha espresso insoddisfazione o ha constatato un peggioramento della qualità dei servizi offerti dalla Pa, sia a causa del ritardo nell’erogazione di servizi on line (indicato dal 73,6%) che dall’impreparazione del personale nella gestione di questi servizi (77%). A giudizio di un terzo degli utenti, i problemi di inefficienza c’erano anche prima dell’adozione del lavoro a distanza, mentre per gli altri due terzi lo smart working ha influito negativamente sulla qualità dei servizi pubblici.