Il dramma degli ultimi "Troppi senza dimora nelle strade della città Situazione a rischio"

L’allarme dell’associazione Como Senza Frontiere sulle condizioni del centro

Terminata da un mese l’emergenza freddo che aveva garantito un rifugio per la notte ai senza tetto che vivono in città, a Como almeno una trentina di persone, ma il numero è calcolato per difetto, sono tornate a dormire per strada. A chiedere al sindaco, ma anche al prefetto e al presidente della Provincia, di intervenire al più presto sono i volontari di Como Senza Frontiere, che riunisce una trentina di associazioni del 3° settore che prestano aiuto a chi vive per strada. "Non è facile avere gli elementi per delineare la situazione nei suoi termini reali. È sufficiente un rapido sopralluogo serale lungo l’itinerario delle vecchie “ronde solidali“ per verificare che la situazione sta rapidamente peggiorando - spiegano i volontari -. Si contano una ventina di persone sotto il portico dell’ex oratorio di San Rocco. Otto sotto i portici della chiesa del Crocefisso, dove l’accumulo diurno di coperte e cartoni dietro i basamenti delle grandi statue dei santi ai lati della porta principale cresce progressivamente e non si riesce più a nascondere. Tre persone sono all’ex chiesa di San Francesco. Tre in piazza Matteotti. Un gruppetto di senzatetto compare persino sotto i portici in via Maestri Comacini". Si calcola che le persone che si trovano attualmente a dormire all’addiaccio si aggirino approssimativamente attorno alle 3040. "A queste presenze più visibili vanno aggiunte quelle di coloro che si ricoverano ormai abitualmente in ripari di fortuna e negli edifici fatiscenti sparsi per la città.

E, ovviamente, le tante persone che bussano alla porta di don Giusto Della Valle. La parrocchia di San Martino a Rebbio, che pure è stata lasciata pressoché sola a gestire il recente flusso di migranti nordafricani, per lo più minori stranieri non accompagnati, si conferma l’unica esperienza di accoglienza indiscriminata delle persone più fragili sul territorio, autoctone e migranti. Lo sanno bene le istituzioni che sono preposte per legge alla tutela dei diritti fondamentali, e che sono solite consegnare pressoché quotidianamente in via Lissi le persone di cui non possono farsi carico". In base ai dati della Caritas di Como il dormitorio invernale ha ospitato 120 persone in 4 mesi, e che 21 sono state le persone accolte dalle comunità del progetto Betlemme.

Roberto Canali