Il caro bollette affonda le piscine Chiude l’impianto di viale Piave

Gettano la spugna anche le vasche in provincia, a Lumezzane si nuoterà solo durante la settimana

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di Federica Pacella

Ingressi dimezzati per effetto della pandemia, costi lievitati per il caro bolletta. Un mix letale, che prima o poi doveva esplodere. I primi ad alzare bandiera bianca, un po’ ovunque sul territorio, sono gli impianti natatori. Da domani, a Brescia, chiude la piscina di viale Piave, dopo che il concessionario, l’Europa Sporting Club, ha comunicato di non essere più in grado di garantire l’apertura della struttura. La società San Filippo, partecipata del Comune che gestisce gli impianti sportivi in città, procederà a valutare in tempi ragionevoli la riapertura, dopo attenta interlocuzione, mentre nel frattempo gli abbonati potranno usufruire degli impianti della piscina di via Rodi, che resta aperta insieme a quella comunale di Mompiano. La chiusura, si diceva, è legata alla duplice emergenza: quella sanitaria, che ha portato a ridurre del 60% le presenze, e quella dell’incremento dell’energia, con bollette più alte del 120%.

Anche a Lumezzane oggi è l’ultima domenica per fare qualche bracciata nella piscina “Albatros“: dal 6 febbraio l’omonima azienda speciale che gestisce l’impianto sportivo comunale chiude le porte durante la domenica (restano le aperture dal lunedì al sabato). L’impressione, però, è che si tratti solo dell’inizio, se non ci saranno novità sul fronte di contagi e quarantene. A Ghedi, ad esempio, a far le spese della pandemia è stata la biblioteca, chiusa a causa dei troppi contagiati nella cooperativa che la gestisce. "La chiusura di realtà grandi come le piscine fa rumore, ma ogni giorno tanti negozi e ristoranti si arrendono e decidono di non aprire – sottolinea il presidente di Confcommercio Brescia, Carlo Massoletti – da una parte stiamo vivendo un lockdown di fatto, perché migliaia di persone, compresi gli operatori, sono in isolamento.

Dall’altra, parte anche chi non è colpito dalla malattia ha paura di uscire, per cui vediamo ristoranti vuoti. A questo si aggiunge il costo dell’energia, che per le piccole realtà ha un’incidenza anche maggiore rispetto alle grandi imprese".