Persone vulnerabili fuori dai “radar“ dei benefici sociali, che possono alleviare la fragilità. Un dato preoccupante quello che emerge dal bilancio delle Acli bresciane, che, anche per il 2024, si confermano punto di riferimento per le famiglie alle prese con le difficoltà derivanti da sempre più acute diseguaglianze economiche, sociali, generazionali e di genere. "Come evidenziato durante il recente Congresso Nazionale Acli, l’asimmetria informativa contribuisce all’esclusione sociale, privando molte cittadine e cittadini dei propri diritti – commenta Stefania Romano, presidente delle Acli provinciali - Inoltre, la spinta verso la disintermediazione da parte della pubblica amministrazione, anziché semplificare l’accesso, spesso crea ulteriori barriere. Il nostro impegno come Patronato e Caf Acli è colmare questo divario".
Per quanto riguarda il Caf Acli, diretto da Michele Dell’Aglio, al 30 novembre si registra una riduzione significativa delle famiglie che hanno richiesto l’Isee rispetto allo stesso periodo del 2023. "Il servizio, gratuito per la prima attestazione annuale, rappresenta uno strumento fondamentale per molte famiglie. Dal nostro osservatorio – commenta Dell’Aglio - emerge un dato allarmante: mentre il calo complessivo delle richieste è del 7,69%, tra le famiglie con un Isee inferiore a 9.360 euro la flessione raggiunge il 19,95%. In altre parole, il 72,89% delle famiglie che non hanno richiesto l’Isee nel 2024 appartiene alla fascia più vulnerabile, colpita dall’abolizione di misure come il Reddito di Cittadinanza".
Il Patronato Acli di Brescia, con la sua rete cittadina e provinciale, composta da 14 sedi zonali e da un centinaio di recapiti, tra cui anche quelli urbani di via Spalto San Marco e di via Branze, aperti nel 2022 e nel 2023, anche nel 2024 ha accolto numerose famiglie.