Gussago, caccia al tesoro di Giuliano e Silvia Rossini. Un milione a casa del figlio

La maxi evasione fiscale: un altro milione e 600 euro era stata ritrovato nel sottotetto della villetta dopo gli 8 sepolti in giardino

Giuliano Rossini e la moglie Silvia Fornari

Giuliano Rossini e la moglie Silvia Fornari

Gussago (Brescia), 16 settembre 2022 - Spuntano altri soldi, un milione nella casa del figlio Emanuele e 1,6 nel sottotetto della villetta di Gussago dei coniugi Giuliano Rossini, imprenditore di materiali ferrosi di 47 anni, e Silvia Fornari, 40. La coppia, coinvolta in una gigantesca frode fiscale,  lo aveva promesso: vi faremo trovare altro. E così è stato, aanche ieri.

Nel sottotetto della villetta della coppia c'era un milione e seicentomila euro in tagli da 20, 50 e 100 euro, divisi in mazzette e protetti da sacchetti di plastica. E potrebbero non essere gli ultimi visto che la coppia è considerata essere al vertice di una piramide di imprese che avrebbe emesso fatture false per oltre 500 milioni di euro e ha evaso il Fisco per altri 93 milioni.

Nei giorni scorsi la  Guardia di Finanza aveva trovato otto milioni in denaro contante nascosti in secchi, dentro a pozzetti, sotto metri di terra del giardino di proprietà di Giuliano Rossini e della moglie Silvia Fornari. I due dopo pochi giorni di latitanza all'estero - in seguito all'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip per loro e altre 20 persone sulle 77 indagate - avevano deciso di costituirsi presentandosi direttamente in carcere. Lei a Verziano, penitenziario femminile bresciano, e lui a Cremona, molto meglio rispetto al sovraffollato Canton Mombello di Brescia.

Da subito  hanno iniziato a confessare durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto facendo trovare e disseppellire il loro tesoro nascosto in giardino. Di certo il gruppo gestito dalla coppia bresciana ha movimentato una quantità esagerata di denaro. Basti pensare che l'inchiesta del pm Claudia Passalacqua nasce dopo l'accertamento di movimenti bancari per oltre 34milioni di euro in nove mesi, su un conto corrente postale intestato a una società bresciana, aperta il 30 luglio 2018 e dichiarata cessata il 27 febbraio successivo. "Una cartiera che nello stesso giorno dei pagamenti delle fatture per operazioni inesistenti, riceve bonifici per 28 milioni di euro su conti correnti accesi presso istituti di credito di Hong Kong", ricostruisce il gip Matteo Grimaldi nell'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 22 persone arrestate. Giuliano Rossini e Silvia Fornari sapevano che era ormai una questione di tempo e che sarebbero finiti nelle maglie della giustizia. «Sono i veri e propri dominus dell'associazione» scrive il gip. Il 14 luglio 2020 infatti a uno degli arrestati nell'ambito di questa inchiesta, Marco Pesenti, la Finanza sequestra 153mila euro che l'uomo teneva in uno scatolone in auto. «Una cospicua somma di denaro ricevuta all'interno dell'azienda di Giuliano Rossini» scrivono i militari nell'informativa agli atti. Il gruppo si trovava, stampava le fatture false, apriva conti correnti online con una connessione schermata, in quello che viene definito l'ufficio occulto a Gussago, sempre in Franciacorta. Con Rossini "si rapportano tutti i soggetti coinvolti nel meccanismo fraudolento, dai fornitori ai clienti finali che utilizzano le false fatture, dai gestori e amministratori di fatto delle cartiere", mentre la moglie avrebbe anche avuto il compito di «gestire i trasferimenti dei bonifici ricevuti su conti esteri». E poi ci sono Emanuele Rossini, figlio della coppia, e la zia Marta Fornari, entrambi ai domiciliari. La pista dei soldi nascosti alla fine ha portato anche nell'abitazione del ragazzo.E la caccia al tesoro potrebbe non essere ancora finita.