Giuseppina Di Luca, femminicidio annunciato: "Ho ucciso tua madre come ti avevo promesso"

Al processo contro Paolo Vecchia, accusato dell’omicidio della moglie, la lunga testimonianza choc di una delle due figlie

Giuseppina Di Luca e i rilievi sul luogo dell'omicidio

Giuseppina Di Luca e i rilievi sul luogo dell'omicidio

Agnosine (Brescia), 22 marzo 2023 – "Quella mattina dormivo da mio papà. Mi ha svegliata bruscamente, ha acceso la luce, aveva le braccia e le mani sporche di sangue, e puntandomi il dito mi ha detto: ‘Ti ho ucciso tua madre come ti avevo promesso’". Gli ho urlato: “Dimmi che non lo hai fatto davvero“. E lui ha risposto: “’L’ho copada (in dialetto l’ho uccisa, ndr)’. Ha posato i coltelli sul tavolo della cucina con la borsa di mamma, poi è corso via dicendo che voleva andare a costituirsi. L’ho rivisto in caserma. Non piangeva".

Testimonianza shock ieri in Assise di Tania, 27 anni, la primogenita di Paolo Vecchia, l’operaio che il 13 settembre 2021 ad Agnosine ha ucciso a coltellate la moglie, Giuseppina Di Luca, 46 anni, la quale se n’era andata da casa l’1 agosto per separarsi dopo 26 anni di matrimonio. Un matrimonio secondo l’accusa costellato da violenze. Tania e la sorella Sara, 21 anni, sono parti civili con le 5 zie. Ma anche parti offese, perché il padre risponde pure di maltrattamenti nei loro confronti.

"Le minacce di morte erano quotidiane, più volte papà diceva che saremmo rimaste senza genitori. Siamo cresciute in questo clima - ha proseguito Tania protetta da un paravento, rimasta a Sabbio Chiese con il genitore dopo la rottura -. A 6 anni mi ruppe un mestolo di legno su un braccio. Non mi chiamava per nome, per lui ero scema, puttana, tossica. Solo perché ridevo a tavola mi conficcò un forchettone nel braccio. Anche con mamma era violento. La spintonava, insultava e denigrava per una camicia non stirata come voleva. Lei non usciva mai. Era controllata. Una volta la prese per il collo, un’altra le lanciò una cinghiata che si prese mia sorella per difenderla. Già quando era incinta le dava pugni in pancia per farla abortire. Mio padre è sempre stato anaffettivo e brusco, ma è peggiorato dopo il 2017 quando arrivò la conferma che era alcolista".

E ancora: "A separarsi mia mamma ci pensava da febbraio, ma aveva paura". "Se tua madre non torna vedi che cosa succede anche a te", è il ricatto che Vecchia usava contro le figlie, le quali, spaventate che la situazione precipitasse, avevano iniziato a registrare le liti. Finché il 13 settembre, alle 8, l’uomo ha atteso che la ex uscisse per andare al lavoro e l’ha ammazzata. In casa c’era Sara, neomamma di una bimba. "Ero a letto sveglia, sentivo rumore. Sono corsa giù per le scale in pigiama e mi hanno detto che mia madre era stata uccisa. Sono andata in caserma per vedere papà. Gli ho chiesto perché l’avesse fatto e lui ha dato la colpa a noi. “Dovevate aiutarmi a riportarla a casa, sapevate che l’avrei fatto“, mi ha detto".