Brescia – I “non ricordo”, i "non so" sono stati più numerosi che non nel suo primo racconto. Antonella Colossi, compagna di Giacomo Bozzoli, è stata ascoltata in procura a Brescia come persona informata sui fatti. La donna era già stata sentita venerdì, al comando provinciale dei carabinieri, al suo ritorno da Marbella con il figlio. Quello di oggi al procuratore aggiunto Nicola Serianni è stato un racconto ancora più lacunoso. Antonella Colossi ha ripetuto di non sapere che strada abbia preso il suo compagno e ha ribadito di essere certa della sua innocenza.
"Ci vorrebbe un colpo di fortuna, peraltro non impossibile, oppure un suo errore. Non stiamo trascurando niente. Siamo in una fase di stanca". È tutta da "leggere" e da interpretare la frase con cui un inquirente bresciano fotografa il "momento" delle indagini sulla sparizione di Giacomo Bozzoli. Sono trascorsi ormai nove giorni da quando si è smaterializzato, dopo avere appreso della condanna definitiva all’ergastolo che gli era stata inflitta dalla Cassazione per l’omicidio dello zio Mario, nella fonderia di Marcheno.
Non hanno invece bisogno né di commento né di interpretazione le poche parole faticose, dolorose di Adelio Bozzoli, padre del latitante e fratello maggiore di Mario: "Sono a letto. Sto male. Non ho niente da dire perché mio figlio è innocente. L’ho sempre detto". Dall’Europa a Capo Verde (una scelta, quest’ultima, che sarebbe assai incauta, in quella che da molti anni è una meta ambita dal turismo bresciano), a chissà quale altra località, a chissà dove ancora: le ipotesi su quello che potrebbe essere il suo rifugio in questi giorni si affollano e sono così numerose da fare apparire il fuggiasco Bozzoli come una specie di globe trotter in continuo movimento o un essere dotato di uno straordinario potere di bilocazione. Questo mentre è inseguito da mandati di arresto internazionali che ne fanno un ricercato in buona parte del mondo. Di concreto si sa che non ha rinnovato il passaporto, scaduto. Si sa che sono in corso accertamenti per verificare eventuali trasferimenti di liquidità in Svizzera o in qualche paradiso fiscale, come Gibilterra. Negli ultimi sette mesi non risultano operazioni bancarie, ma Bozzoli potrebbe avere effettuato transazioni di denaro a nome di altri.
Di recente non ha compiuto viaggi in aereo o in nave. Certa anche la circostanza che non si hanno immagini della Maserati Levante con cui Bozzoli, la compagna Antonella e il loro bambino, hanno avviato il viaggio dalla villa di Soiano del Lago all’Hard Rock Hotel di Puerto Banùs, a qualche chilometro da Marbella, in Spagna. Dal suv non giungono segnali come se fosse sprovvisto del satellitare o questo risultasse sganciato.
Dove potrebbe essersi rifugiato Giacomo Bozzoli? È la domanda delle domande. Se ci si limita all’Europa, le maglie attorno a lui dovrebbero essere strettissime. Sono davvero pochi i Paesi dove non c’è estradizione: il Montenegro, alcune regioni della Moldavia, l’Abkhazia e l’Ossezia, regioni indipendenti della Georgia. Tra tutte, la pista "spagnola" potrebbe avere una sua logica, almeno sulla carta. Marbella, la città dell’Andalusia dove il 39enne imprenditore è stato avvistato per l’ultima volta e dove ha fatto perdere le sue tracce, è vicina allo stretto di Gibilterra. Bozzoli potrebbe averlo attraversato pagando uno scafista, per poi riparare in una delle enclave spagnole del Marocco.
Sullo stretto si affaccia Ceuta, città autonoma spagnola, punta settentrionale del Marocco, a una settantina di chilometri da Tangeri. Sulla costa meridionale marocchina è situata Melilla, la città dove si conclusero la latitanza e la vita di Andrea Ghira, uno dei massacratori del Circeo, stroncato il 2 settembre del 1994, a quarant’anni, dopo avere militato per diciotto nella Legione straniera spagnola. Non lontana da Melilla, ecco l’importante città portuale di Beni Enzar. Dal Marocco, Bozzoli potrebbe tentare l’avventura alla volta del Sud America Per il momento le sue ultime immagini conosciute sono affidate a due frame ricavati dall’impianto di videosorveglianza del resort di Marbella. L’uomo in camicia hawaiana, cappellino bianco, pantaloni pinocchietto, che ha accanto il suo bambino. Giacomo, Antonella e il figlioletto al bancone della reception dell’albergo. Immagini di serenità prima della scelta compiuta da Bozzoli di vivere la vita del latitante.