Sempre più gatti abbandonati, il caos chip alimenta il randagismo

L’esperto: "La legge disapplicata crea un cortocircuito che non consente di intervenire sugli abbandoni"

Roberto Bonetti, veterinario bresciano riceve tante richieste di cittadini

Roberto Bonetti, veterinario bresciano riceve tante richieste di cittadini

Brescia -  Era stata introdotta come misura per combattere il fenomeno del randagismo dei gatti, ma a due anni dall’entrata in vigore della legge sul microchip per i mici la legge resta disapplicata. Non solo: alla “disattenzione“ dei proprietari, si aggiunge anche il cortocircuito tra istituzioni che non consente di intervenire sui gatti abbandonati, alimentando il randagismo. A sollevare la questione è Roberto Bonetti, veterinario bresciano che, come molti colleghi, riceve le richieste di cittadini che si trovano nel limbo quando trovano un gattino, ma non possono tenerlo.

"Facciamo una premessa – spiega – il quadro normativo nazionale già da anni ha definito le competenze per la tutela degli animali d’affezione. I Comuni hanno una serie di obblighi tra cui l’attuazione dei piani di controllo di nascite di cani e di gatti, la gestione dei canili e gattili direttamente o tramite convenzioni con associazioni". Nonostante la legge quadro sia del 1991, le strutture sul territorio sono carenti rispetto alla domanda: il gattile rifugio intercomunale di Desenzano (l’unico convenzionato nel Bresciano) proprio in questi giorni ha dovuto chiudere i ritiri a causa dell’aumento di gatti abbandonati, di cui è impossibile rintracciare i padroni.

Per arginare il randagismo, per i gatti nati dal 2020 la Lombardia ha reso obbligatorio il microchip, che per i cani ha in effetti contribuito ad abbattere gli abbandoni. "Mentre noi medici veterinari privati abbiamo recepito subito la norma obbligando i cittadini a mettere il microchip per i nati dopo il 2020, Ats e Comuni continuano a non gestire in modo corretto i gatti ritrovati, privi di proprietario", segnala Bonetti. "Ats dice che la colpa è dei Comuni che non realizzano i gattili rifugio intercomunali, e quindi non sanno poi dove metterli. Quanto ai Comuni, ho l’impressione che non siano nemmeno a conoscenza di questa legge. Comprendo che esistano mille problemi, ma se in Regione emanano una legge , dopo 2 anni sarebbe interessante che tra Ats e Comuni sia un dialogo per risolvere la situazione". Il punto è che se un cittadino trova un cucciolo abbandonato e non può prendersene prende cura, non sa cosa fare: l’esperienza insegna che chiamare la Polizia locale o Ats è inutile, a causa della carenza di gattili rifugio. "Quindi chiedo: cosa deve fare un cittadino che trova un gattino sano di 2 mesi in mezzo alla strada? Lasciarlo lì?".