
Professionisti e appassionati immortalarono lo scoppio. Ora un progetto punta a creare un archivio della memoria. (foto Silvano Cinelli)
Mentre la città di Brescia trattiene il fiato in attesa della sentenza definitiva, prevista per oggi a carico di Maurizio Toffaloni, il sessantottenne diventato cittadino svizzero e accusato di essere uno degli autori materiali della strage di Piazza della Loggia, riaffiora con forza la memoria di quel 28 maggio 1974, una data impressa a fuoco nella storia bresciana. Un giorno che spezzò otto vite, ne segnò per sempre altre centinaia e divise in due la storia della comunità bresciana. Mentre il Tribunale è chiamato a scrivere l’ultimo capitolo giudiziario di una vicenda lunga mezzo secolo, sta prendendo forma un’iniziativa dal forte valore simbolico.
“Fotografi nella Strage“ è il progetto che punta a raccogliere e catalogare gli scatti e le testimonianze di chi, con la macchina fotografica, si trovò davanti all’inferno come professionista o come appassionato. Quelle immagini, spesso crude, non solo hanno immortalato l’orrore ma sono diventate prove decisive nella ricostruzione dei fatti, anche in Tribunale. Tra queste spicca uno scatto che inchioda la storia: ritrae un giovanissimo Toffaloni, allora diciassettenne e militante di Ordine Nuovo, proprio in piazza quel giorno. Una fotografia che, oggi come allora, dice più di mille parole. Il progetto non è solo un archivio della memoria, ma un monito: perché quel boato alle 10:12 non smetta mai di riecheggiare e perché nessuno dimentichi il prezzo pagato dalla città.
"La nostra fatica si concentra su quei fotografi che erano in piazza al momento dello scoppio, non quelli arrivati dopo – precisa Carla Cinelli, figlia di Silvano, uno dei fotografi professionisti – Al momento abbiamo identificato come autori dei vari scatti che si vedono su libri, giornali e nel web Oreste Alabiso, Pietro Cino Barbieri, che non era un professionista, Silvano Cinelli, mio padre, Eugenio Ferrari, appassionato del quale nessuno ha mai parlato ma che siamo riusciti a trovare. Abbiamo anche Nicola Notario: un giovane che a quei tempi collaborava con Foto Eden e aveva pure un altro lavoro. C’erano pure Poppi Oioli, professionista e titolare di agenzia fotografica, Enrico Zampini, non professionista, e Pier Putelli di Foto Eden, che non era lì per lavoro ma con la macchina fotografica era arrivato in piazza proprio al momento dello scoppio. C’era anche Franco Piazza, che non ha scattato fotografie perché era sconvolto. Infine Enrico Zampini, deceduto: cerchiamo un contatto con la sua famiglia. Sono certa che fosse presente perché ha scattato una fotografia dove è ritratto mio padre in piedi su un furgoncino che sta scattando l’immagine dello scoppio". La principale prova documentaria che Carla Cinelli e alcuni collaboratori cercano sono i negativi.