BEATRICE RASPA
Cronaca

Fatture falsificate. Maxi sequestro di beni

Nel mirino degli inquirenti un calabrese di 43 anni già coinvolto nell’inchiesta Atto finale.

La squadra Mobile e la Finanza di Brescia hanno notificato la misura disposta dal Tribunale nei confronti del 43enne originario di Gioia Tauro

La squadra Mobile e la Finanza di Brescia hanno notificato la misura disposta dal Tribunale nei confronti del 43enne originario di Gioia Tauro

C’è un nuovo tassello dell’operazione Atto finale - 14 arrestati, 67 indagati - che nel 2021 aveva fatto finire in cella una serie di personaggi ritenuti in odore di ‘ndrangheta. Nelle scorse ore la squadra Mobile e la Finanza di Brescia hanno notificato una misura di prevenzione patrimoniale e personale nei confronti di un 43enne calabrese originario di Gioia Tauro: Giuseppe Gentile, residente nel Bresciano, coinvolto proprio nell’inchiesta Atto finale. Già condannato a oltre tre anni per associazione a delinquere finalizzata a una serie di reati tributari (ma non per mafia), Gentile è tornato nel mirino degli inquirenti, con il sequestro di beni per un valore di 726mila euro.

Gli accertamenti, condotti dalla Direzione distrettuale antimafia, dalla Mobile e dalla Divisione anticrimine della questura insieme al Nucleo di polizia economico finanziaria della Finanza di Brescia, avrebbero permesso di cristallizzare i presupposti sulla base dei quali poi il tribunale (sezione specializzata in misure di prevenzione) nelle scorse ore ha emesso il provvedimento. Per chi indaga, Gentile sarebbe "organico a un gruppo criminale di matrice ‘ndranghetista che con decine di società “cartiere“ italiane e estere avrebbe permesso di movimentare decine di milioni derivanti da un sistema basato su fatture per operazioni inesistenti, a vantaggio di imprese operanti sull’intero territorio nazionale, e grazie al quale sarebbe riuscito ad attuare una sofisticata e pericolosa forma di inquinamento dell’economia legale attraverso l’erogazione di servizi fiscali illeciti". Nei confronti del 43enne è stata applicata dunque la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel Comune di Gioia Tauro (Reggio Calabria), per la durata di due anni, e al contempo il sequestro ai fini della confisca di un patrimonio pari a un valore di 726.217 euro.

Beatrice Raspa