Export in crescita ma a ritmo lento

Gnutti: "Siamo molto penalizzati, specialmente sul fronte energia"

Export in crescita ma a ritmo lento

Export in crescita ma a ritmo lento

Export in crescita, ma i ritmi meno sostenuti che nel 2022. Secondo gli ultimi dati Istat, nel secondo trimestre 2023 si stima una flessione congiunturale delle esportazioni per tutte le ripartizioni territoriali, ad eccezione del Nord-ovest che risulta stazionario. In particolare, la Lombardia registra un +3,5%, dato positivo, ma sotto +6,6% di tutto il Nord Ovest e decisamente lontano dal +22,1% del secondo trimestre 2022. Le province lombarde si confermano comunque tra le principali esportatrici: Milano, Brescia, Bergamo, Monza e della Brianza, Varese sono tra le prime venti per valore esportato (Milano al primo posto in Italia, Brescia al quarto). Nel primo semestre 2023 la Leonessa e Varese vedono un calo del valore dell’export (rispettivamente -5,8% e -1,4%) rispetto allo stesso periodo del 2022; Bergamo registra un +7,3% nel 2023 rispetto al 2022 e Monza un +10,8%. "Anche per la realtà bresciana appare evidente quanto già sottolineato nel report regionale, in merito a una distanza tra i fattori determinanti per la tenuta competitiva delle imprese e le logiche con cui esse scelgono i propri fornitori – spiega Mario Gnutti (nella foto), vice presidente di Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione, commentando il quadro emerso dal report del Centro Studi dell’associazione –. Nel primo caso prevale la focalizzazione sul contenuto qualitativo e innovativo, mentre nel secondo si favorisce il contenimento dei costi". Ma la capacità delle imprese di creare valore, da sola, non basta. "La volontà di puntare sulla qualità deve essere accompagnata da adeguate scelte politiche a livello europeo, che continuino a garantire la competitività delle imprese. Negli ultimi anni, sotto questo punto di vista, siamo stati penalizzati su diversi fronti: penso ad esempio alle tematiche energetiche".