
L'operazione è stata condotta dalla Guardia di finanza di Varese
Pisogne, 9 giugno 2016 - Scoperto un giro di fatture per acquisti e spese mai esistenti, in grado di permettere a numerose aziende un'ingente evasione delle imposte sui redditi sull'Iva e sull'Irap, con danno per lo Stato e a vantaggio sulle aziende oneste. A ricostruire l'intensa attività è stata la Guardia di Finanza di Pisogne che ha condotto un'intensa attività fra il 2011 e il 2015. La principale difficoltà sul piano investigativo, che ha portato l’indagine a protrarsi per oltre 3 anni, ha riguardato la ricostruzione del fatturato in assenza di qualsiasi documento amministrativo-contabile, visto che tutte le imprese “cartiere”, dopo un brevissimo, ma intenso periodo di fraudolente attività, sparivano, insieme ai loro rappresentanti legali, in genere semplici prestanome nelle mani di uno spregiudicato imprenditore camuno.
Quest'ultimo aveva realizzato un giro d'affari grazie all’impiego di ben tredici società che in realtà erano “scatole vuote” preposte soltanto a creare, con false fatturazioni, costi falsi per i loro clienti. I numeri sono davvero sorprendenti, visto che si parla di operazioni per un importo pari a circa 250 milioni di euro e di circa 8.000 fatture relative ad operazioni inesistenti, cioè mai effettivamente realizzate, esistenti solo sulla carta. Oltre 330 imprese hanno così gonfiato il costo dei propri acquisti per abbattere l'utile e, di conseguenza, pagare meno tasse. La frode è stata oggetto di indagini di polizia sia tributaria che giudiziaria da parte dei finanzieri di Pisogne, che hanno denunciato all'autorità giudiziaria tutti gli amministratori delle aziende coinvolte e segnalato all'Agenzia delle Entrate l'evasione scoperta che si attesta sui 60 milioni di euro circa, tra imposte sui redditi, Irap ed Iva non versate. Le sole società utilizzatrici delle fatture false hanno portato in dichiarazione oltre 100 milioni di euro di costi inesistenti, con relativo illecito risparmio delle imposte.