FEDERICA PACELLA
Cronaca

Obiettivo biodiversità “Coltivare” la vita: sette nuove aree protette

La proposta di Legambiente per proteggere il 30% della Lombardia . È fra le peggiori regioni d’Italia per la frammentazione del suo territorio.

I corridoi naturali sono minacciati delle aree urbanizzate che creano barriere fisiche

I corridoi naturali sono minacciati delle aree urbanizzate che creano barriere fisiche

Sette nuove aree protette da istituire in Lombardia per proteggere il 30% del territorio entro il 2030. La proposta è arrivata da Legambiente nella Giornata mondiale dedicata alla biodiversità (il 22 maggio): 47 le aree protette individuate in Italia che dovrebbero aggiungersi a quelle esistenti e a quelle in itinere (spesso bloccate) per raggiungere i target europei di tutela della biodiversità e dell’ambiente in generale. Che la situazione sia compromessa lo dimostra il caso, diventato emblematico, delle orchidee selvatiche: le 240 specie, di cui un quarto endemiche, sono sempre più a rischio. Le minacce? Inquinamento, cambiamenti climatici, specie invasive, gestione non sostenibile delle risorse naturali. "In Lombardia – spiega Simona Colombo, (nella foto accanto), coordinatrice progetti sulla biodiversità di Legambiente Lombardia - la causa più evidente è la frammentazione degli habitat, soprattutto per effetto delle infrastrutture grigie e delle aree urbanizzate che creano barriere fisiche". La Lombardia, con il 33,5% di superficie frammentata, è tra le regioni peggiori in Italia, secondo i dati Ispra. "È un fenomeno ecologicamente molto pericoloso – spiega Colombo - poiché riduce la vitalità delle popolazioni animali, in quanto il territorio a disposizione diminuisce e diventa più difficile la dispersione degli individui sul territorio stesso, nonché le possibilità di incontro e di scambio genetico. In particolare, le specie poco mobili e meno adattabili non sono in grado di sostenere un elevato grado di frammentazione ambientale, e possono estinguersi localmente". Secondo la Strategia europea sulla biodiversità, gli Stati membri devono puntare alla creazione di nuove zone protette e tutelare almeno il 30% della superficie terrestre e dei mari e proteggerne almeno il 10% in maniera rigida, e ripristinare gli ecosistemi terrestri e marini degradati in tutta Europa entro il 2030 aumentando l’agricoltura biologica, ripristinando almeno 25mila chilometri di fiumi a scorrimento libero, arrestando e invertendo il declino degli impollinatori, riducendo l’uso e la nocività dei pesticidi del 50% e piantando 3miliardi di alberi. Obiettivi che, a 5 anni dall’avvio della strategia e ad altri 5 dal termine ultimo, appaiono ancora lontani. Frenare la perdita di biodiversità attraverso la creazione di nuove aree protette sarebbe una buona opzione, perché meno complesso rispetto ai tempi e alle risorse che servirebbero per garantire habitat e specie dal rischio di estinzione. Sette quelle individuate per la Lombardia: Parco regionale delle Alpi Retiche, Parco regionale delle Colline dell’agro-fluviale di Brescia, Parco regionale del Seveso, Parco regionale dell’Olona, Parco regionale dello Staffora Oltrepò, Parco regionale metropolitano e agricolo milanese, Parco regionale del Lambro meridionale.

Federica Pacella