
Una centrale idroelettrica (foto di archivio)
Brescia - Sono la fonte rinnovabile principale per la potenza in Lombardia, ma la siccità del 2022 rappresenta un’ipoteca per gli impianti idroelettrici resta l’incognita siccità. In regione, secondo l’aggiornamento 2022 di Terna gli impianti sono 733 (sui 4.700 in Italia) per un totale di 5.685 megawatt di potenza. I dati più aggiornati per quanto riguarda la ripartizione provinciale li fornisce, invece, l’Atlaimpianti di GSE, da cui emerge come la maggiore concentrazione sia tra Brescia (168 nel 2021), Bergamo (142) e Sondrio (84). Anche per quanto riguarda la potenza efficiente netta, i dati 2021 di Terna vedono Brescia e Sondrio ai primi posti in Lombardia, rispettivamente con 2.221,7 e 2204,6 megawatt.
Quanto alla produzione, però, il bilancio di quest’anno rischia di essere negativo. Ad agosto, secondo quanto riferito dal comparto idroelettrico all’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici del bacino del Po, il deficit idrico ha causato una mancata produzione di energia idroelettrica pari al 40% rispetto all’anno precedente. "A soffrire di più sono state le valli bergamasche, Val Seriana e Val Brembana, e bresciane, Val Camonica e Val Sabbia, che hanno dovuto sopperire alle carenze dei laghi a valle rilasciando più acqua per usi agricoli", spiega Damiano Di Simine, coordinatore scientifico Legambiente Lombardia. Alla luce dei cambiamenti climatici, qual è il futuro dell’idroelettrico? "In Italia, questa fonte di energia ha fatto già tutto il fattibile – prosegue Di Simine –. Le grandi dighe sono state già realizzate, mentre i nuovi impianti sono a bassissima produttività e ad alto impatto ambientale, perché vanno ad intercettare i pochi corsi d’acqua, soprattutto torrenti alpini, che hanno conservato un po’ di naturalità. Lo sviluppo dell’idroelettrico ora non dovrebbe essere quello di andare a sfruttare le poche acque rimaste libere (35 le richieste in corso in Lombardia, ndr), ma dovrebbe essere indirizzato all’efficientamento degli impianti sul fronte della tecnologia e della sicurezza".
Per ora gli investimenti, però, sono fermi, invece, perché di fatto la maggior parte delle concessioni sono scadute (andrebbero messe a gara) e chi gestisce gli impianti non fa investimenti senza aver un orizzonte temporale certo. Una ‘seconda’ vita dell’idroelettrico, poi, sarebbe quello di integrare il fotovoltaico, fungendo da sistema di accumulo.