
La vaccinazione di un bambino
Brescia, 12 maggio 2025 - Burocrazia ma (forse) non solo. Una bambina di cinque anni, in provincia di Brescia, non può frequentare la scuola di infanzia perché, a causa delle lungaggini burocratiche, non ha potuto ricevere le vaccinazioni ritenute obbligatorie. E nonostante l'intervento di un legale è continuamente respinta alle porte dell'edificio scolastico.
La vicenda è raccontata da Anila Halili, legale che assiste la famiglia. "Alla piccola, figlia di genitori extracomunitari (il padre è in possesso di permesso di soggiorno e la moglie e le figlie minori sono in attesa di regolarizzazione dal Tribunale per i minorenni di Brescia ndr) - spiega l'avvocato Halili - dopo ben due anni di frequentazione scolastica, viene negato, improvvisamente, l'ingresso e la frequenza scolastica già avviata per il 2024-2025. La motivazione è l'assenza di vaccinazioni. Una decisione che l'istituto ha fatto conoscere alla famiglia solo dopo il mio intervento".
"La situazione è altresì imbarazzante in quanto a oggi la bambina, che è stata ancora rifiutata dalla scuola, ha già compiuto una prima vaccinazione il 17 aprile del 2025. E altre sono già state prenotate per le prossime settimane. I genitori sono ovviamente disperati e la bambina piange e vuole rientrare a scuola" aggiunge l'avvocato.
"A mio avviso il provvedimento è assolutamente lesivo dei diritti del minore. Si pone in contrasto con i diritti fondamentali dei minori, in particolare quelli di origine extra-UE, tutelati da normative italiane, europee e internazionali.
Per altro secondo il Testo Unico sull'Immigrazione, tutti i minori stranieri presenti sul territorio italiano hanno diritto all'istruzione, anche se privi di permesso di soggiorno. L'accesso alla scuola, di ogni ordine e grado, non può essere condizionato dalla regolarità del soggiorno del minore o dei genitori" dice ancora Anila Halili.
"La Legge 119/2017 stabilisce l'obbligatorietà di alcuni vaccini per l'accesso a nidi e scuole dell'infanzia. Tuttavia, non può prevalere automaticamente su altri diritti costituzionalmente garantiti, specialmente se si traduce in una doppia esclusione basata anche sullo status migratorio. Per concludere, dice l'avvocato Halili, l'allontanamento di una bambina straniera dalla scuola dell'infanzia, per motivi di documentazione e vaccini, può costituire una discriminazione indiretta, in violazione del principio di uguaglianza sostanziale e del superiore interesse del minore" conclude.