REDAZIONE BRESCIA

«Nessuna irregolarità, né ritorsione», la Loggia contrattacca

Nessuna irregolarità all’anagrafe in Loggia, né alcuna ritorsione nei confronti della dipendente che ha denunciato in Procura presunte anomalie nell’ufficio in cui ha lavorato 17 anni B.Ras.

Palazzo della Loggia a Brescia

Brescia, 26 agosto 2015 - Nessuna irregolarità all’anagrafe in Loggia, né alcuna ritorsione nei confronti della dipendente che ha denunciato in Procura presunte anomalie nell’ufficio in cui ha lavorato 17 anni. L’impiegata è stata punita solo perché avrebbe violato non solo le norme sulla privacy ma anche il segreto d’ufficio. Non si è fatta attendere la replica del Comune sul caso di Ylenia Meini, l’impiegata destinataria della sanzione disciplinare della sospensione di quattro mesi dello stipendio. La funzionaria aveva inviato un esposto alla magistratura in cui asseriva che le pratiche anagrafiche dei parenti degli stranieri freschi di cittadinanza italiana nel suo ufficio finivano spesso dimenticate in un cassetto, venivano protocollate con anni di ritardo e falsificando le date.

Una bugia, ribatte la Loggia: «la denunciata illegittimità alla prova dei fatti non sussiste. L’Amministrazione ha analizzato la fondatezza dei rilievi irritualmente sollevati attivando un audit interno, un controllo esterno della Prefettura (che sul punto ha funzioni tutorie) e un controllo giurisdizionale presso il Tribunale». Conclusione: «sono stati esclusi i vizi sollevati, le procedure risultavano adeguate e gli atti erano legittimi» si legge in una nota. E’ ancora, la dipendente stando al Comune non aveva rappresentato anomalie ai superiori gerarchici (quadro, dirigente, capo-area) e parlare di ritorsione è «un equivoco». Le responsabilità disciplinari di Meini «emergono dalla denuncia – continua la nota -. Abusivamente e anche successivamente al proprio trasferimento ad altro settore (trasferimento peraltro richiesto dalla dipendente ancora ad inizio 2014) la stessa si procurava i documenti asseritamente viziati violando non solo le norme sulla privacy e sulla tenuta dei registri di stato civile, ma anche il segreto d’ufficio e l’obbligo di riservatezza e lealtà».