Desenzano, Carlalberto Presicci comandante dei vigili per 24 anni ma con una laurea falsa

Lo scandalo sul lago di Garda, in provincia di Brescia. Presicci vinse il concorso con un documento contraffatto: risarcirà 918mila euro al Comune

Carlalberto Presicci

Carlalberto Presicci

Desenzano - È stato per 24 anni comandante della polizia locale di Desenzano ma non aveva titoli per ricoprire quella carica. Di più, i titoli - una laurea in giurisprudenza - li aveva anche presentati per partecipare al concorso, peccato che fossero falsi. Quella laurea non l'aveva mai conseguita. Ora Carlalberto Presicci dovrà risarcire al Comune 918mila euro.

La vicenda giudiziaria di Presicci era iniziata a novembre del 2020 quando si era dimesso improvvisamente da comandante della polizia locale, adducendo ragioni personali. In realtà qualche giorno prima la procura aveva informato il municipio di un procedimento a carico di Presicci per falso materiale per la falsificazione del titolo di laurea.  

A chiarire la vicenda, della quale nulla è trapelato per anni, è stata una sentenza della Corte dei Conti del mese scorso: nel 1996 Presicci partecipò al concorso indetto dal Comune, allegando alla domanda una copia del certificato della laurea in giurisprudenza conseguita presso l'Università di Parma. Vinse il concorso e il 3 marzo 1997 venne assunto. Peccato che la laurea, requisito fondamentale per partecipare al concorso, fosse falsa.

Ad ammetterlo è stato lo stesso Presicci nel procedimento penale concluso poi con il patteggiamento. Ora però la Corte dei Conti nella sua sentenza del 13 luglio ha presentato all'ex comandante il salatissimo conto da pagare: 918mila euro. A tanto ammonta per i giudici contabili il danno per il Comune. Pari cioè ai 24 anni durante i quali ha prestato servizio. La falsa dichiarazione - si legge nella sentenza - "Ha avuto incidenza non solo sulla costituzione del rapporto di lavoro, ma anche su tutti i progressi curricolari successivi".

La Corte ha rigettato anche la contestazione mossa dalla difesa di Presicci secondo cui l’Amministrazione avrebbe potuto accorgersi prima della falsificazione, anche perché ripresentò il certificato falso anche nel 2002 in occasione di  del concorso interno per la progressione verticale. "I controlli sulle dichiarazioni autocertificative - spiegano i magistrati contabili - possono essere effettuati a campione, e il contesto in cui la dichiarazione è stata resa può aver indotto l’Amministrazione a non procedere ad alcun riscontro, senza che ciò implichi una condotta negligente da parte dei competenti organi dell’ente".