Covid, crolla il turismo in hotel Meno di una camera su due affittata

Il dicembre nero delle strutture ricettive di Milano, Brescia, Bergamo e Como fotografato nella ricerca sulle 39 città più significative per movimento commerciale e giro d’affari

di Federica Pacella

Dicembre nero per gli alberghi lombardi che, nell’ultimo mese del 2021, sono riusciti a occupare in media meno di una camera su 2. Le quarantene e i limiti alla mobilità internazionale hanno pesato sul lavoro degli albergatori, come emerge dall’Italian Hotel Monitor di Trademark Italia, che aggiorna mensilmente i dati su tasso di occupazione delle camere e prezzi medi per i 4 stelle in 39 città italiane tra le più significative per movimento commerciale e d’affari. In Lombardia, il monitoraggio su Milano, Como, Brescia e Bergamo evidenzia l’impatto negativo della pandemia sul mese di dicembre, il peggiore dell’ultima parte dell’anno, che era stato contraddistinto da una ripresa dei flussi turistici.

A Milano, ad esempio, il tasso medio di occupazione camere per gli alberghi è stato del 58,3%, contro la media del 69,9% registrata tra settembre e dicembre. Il dato peggiore riguarda Como, con solo il 40,1%, mentre, guardando all’intero quadrimestre, è Brescia a fare peggio, con il 50,5%: in sostanza, nella Leonessa d’Italia, da settembre a dicembre 2021 una camera d’albergo su due è rimasta vuota, nonostante il prezzo medio sia il più basso rispetto alle città lombarde e tra i più bassi fra le 39 città italiane. "Storicamente l’offerta di camere a Brescia è molto elevata – spiega Alessandro Fantini, vicepresidente vicario di Federalberghi Brescia e direttore dell’hotel Ambasciatori in città – per questo gli indici di occupazione sono più bassi, con differenze anche di 20 punti percentuali rispetto a città paragonabili a noi, come Bergamo. L’offerta elevata spiega anche perché ci sia una riduzione delle tariffe. Questo fa male a tutto il settore, perché sotto certi standard di servizio non si può andare. Oltre tutto, in questo momento i costi sono più elevati. Abbiamo bollette di energia e riscaldamento raddoppiate, nonostante il teleriscaldamento funzioni con i rifiuti. Mentre tutte le spese sono in aumento, a fronte di un tasso di occupazione camere che tra città e provincia si assesta sul 30%". Pasqua, o più probabilmente l’estate, potrebbe consentire un recupero, anche se gli operatori non si illudono, ben sapendo che dipenderà dall’andamento dell’epidemia. Il confronto tra gli ultimi quattro mesi del 2021 col 2019 evidenzia un netto calo del tasso medio di occupazione camere per tutte le città: a Milano si è passati dalla media dell’81,2% al 69,9%; a Como dal 63% al 55,4%; a Brescia dal 58,3% al 50,5%; a Bergamo dal 70,6% al 64%. Anche nel 2019 il mese di dicembre aveva registrato un netto calo di camere occupate: a Bergamo si era passati dal 71,9% di novembre al 50,1% dell’ultimo mese; a Milano si era andati dall’80% al 66,2%, nonostante il calo dei prezzi medi. Nell’anno appena trascorso, la riduzione fisiologica del periodo è stata peggiorata nettamente dalla pandemia: a Milano si è passati dal 66,2% del 2019 al 58,3%; a Como dal 45,9% al 40,1%; a Brescia dal 48,8% al 44,8%; a Bergamo dal 50,1% al 43,8%.