Coronavirus, lo studio bresciano: perdita di gusto e olfatto la prova decisiva

La ricerca della Clinica universitaria dei Civili rileva come i sintomi siano significativi. Il tampone? Spesso fallisce

Medici al lavoro agli Spedali Civili

Medici al lavoro agli Spedali Civili

Brescia, 16 aprile 2020 -   Perdita dell’olfatto e del gusto, scientificamente parlando anosmia ed ageusia: più che dai tamponi, la ricerca dei positivi a Covid-19 potrebbe passare da questi due sintomi, facilmente riconoscibili. Lo conferma uno studio osservazionale condotto dalla Clinica universitaria di otorinolaringoiatria dell’Asst degli Spedali Civili di Brescia dal 27 marzo all’1 aprile su 500 pazienti ricoverati nelle unità Covid-19 della stessa Asst o in quarantena a casa propria. 

Lo studio ha preso le mosse dalla constatazione empirica che in molti casi di Covid-19 sono state riscontrate alterazioni di olfatto e gusto: fino ad ora, però, la definizione della prevalenza e delle caratteristiche di questi sintomi non era stata documentata con precisione. I promotori e sperimentatori, Alberto Paderno, Alberto Schreiber, Davide Mattavelli e Alberto Grammatica, grazie alla collaborazione dei colleghi ed il supporto di Asst, Università di Brescia e Karolinska Institutet di Stoccolma, hanno invece definito la prevalenza, l’andamento e le caratteristiche delle alterazioni di olfatto e gusto nei soggetti affetti da Covid-19. I risultati dello studio sono in corso di pubblicazione e dimostrano come questi sintomi si manifestino in circa il 60% dei pazienti positivi al Sars-Cov-2 (anche come primi sintomi isolati) e presentino delle peculiari caratteristiche tali da poterli facilmente differenziare da quelli che insorgono durante un comune raffreddore. Inoltre, questa percentuale arriva quasi all’80% nei soggetti con sintomi di lieve o media intensità

Si tratta di un dato importante per la precoce identificazione dei portatori di malattia e per il loro immediato isolamento sociale. Attualmente, infatti, l’unico metodo usato per definire la positività all’infezione è il tampone nasale-faringeo, che tuttavia non si può estendere a tutta la popolazione per limiti strutturali (limitata disponibilità di attrezzature e di laboratori certificati per le analisi). Il tampone, inoltre, è tutt’altro che infallibile: è stato dimostrata una falsa negatività in più del 30% dei pazienti affetti da Covid-19. Il messaggio prezioso che emerge dallo studio bresciano, dunque, è che, "al momento attuale, ogni cittadino che lamenti un improvviso calo o completa perdita della percezione degli odori o dei sapori, anche in assenza di altri sintomi, dovrebbe considerarsi infetto da Sars-Cov-2 fino a prova contraria". Pertanto, dovrebbe contattare il proprio medico curante e precauzionalmente mettere in atto le misure di isolamento sociale fino all’esecuzione del tampone.  Queste misure, molto semplici e senza nessun costo, potrebbero avere un enorme impatto nell’individuazione dei soggetti paucisintomatici e nella limitazione del loro potenziale di contagiosità.