Consumo suolo, nel Bresciano secondo peggior dato d’Italia

Nel 2020, nonostante la pandemia, cementati 214,5 ettari. Pesano l’alta velocità e i nuovi poli logistici

 

Prima in Lombardia, seconda in Italia: nell’anno di Covid, la provincia di Brescia ‘fa il pieno’ di cemento. I dati del Rapporto 2021 sul consumo di suolo raccolti dall’Ispra nell’ambito del progetto europeo ‘Soil4life’ rilevano che nel 2020 nel Bresciano sono stati consumati 214,5 ettari di suolo, che portano il totale a 49.730 (49.859 nella provincia di Milano). Si tratta del 10% del suolo complessivo, percentuale superiore alla media nazionale (7%) ma inferiore a quella regionale del 12%. Nel 2020 il consumo di suolo nel nostro territorio è stato di 1,71 metri quadrati pro capite. Il primato bresciano, legato a cantieri per l’alta velocità e poli logistici, vale anche a livello nazionale. Solo la Capitale, infatti, fa peggio, con 271 ettari di nuovo suolo artificiale registrato nella provincia di Roma; al terzo posto si trova Vicenza con +172 ettari consumati.

Il trend, per altro, è in deciso aumento rispetto agli anni precedenti: nel 2019 nel Bresciano erano stati consumati 184 nuovi ettari, nel 2019 ‘solo’ 78. Entrando nel dettaglio dei vari Comuni, quelli che hanno visto il maggiore consumo di suolo sono Lonato (28,13 ettari), Ghedi (+22,04), Castrezzato (+18,33), Calcinato (+16,49). Lonato e Ghedi, per altro, sono al primo e secondo posto non solo in provincia, ma anche nell’intera Lombardia. In decisa controtendenza il capoluogo: Brescia è infatti tra le città più grandi ad aver ripristinato maggior territorio, 5 ettari, grazie soprattutto alla riqualificazione dell’area nella zona Sud-Est una volta dedicata alle cave e diventata ora un parco. L’incidenza del cemento resta, comunque, importante: si parla di circa il 44% della superficie complessiva della città (3983 ettari). Altro unico segno meno nel Bresciano lo si trova a Montirone, con una flessione di 0,07 ettari. Federica Pacella

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