Brescia – Li hanno trovati. E li hanno arrestati, recuperando persino parte della refurtiva. Svolta nell’indagine sulla rapina alla gioielleria “I gioielli di Rossana”, la sera del 23 febbraio scorso razziata alle 19, tra il viavai dei portici di via X Giornate, in pieno centro, da una gang di malviventi in monopattino, armati di pistola (una scacciacani). Carabinieri e polizia di Stato ieri a Mazzano hanno fermato tre uomini, un albanese, un marocchino e un senegalese, presunti autori non solo del colpo in centro, ma anche di quello - fotocopia - ai danni del compro oro “Oro in euro” di via Orzinuovi del 10 gennaio.
Stavano per far perdere le tracce. Inquirenti e investigatori sono risaliti pure a sette persone, italiane e straniere - tutte indagate - che si occupavano di ricettare i preziosi, in specie gli orologi di lusso. Tra loro c’è anche una complice esecutiva, una donna che sarebbe entrata nei negozi un attimo prima del raid fingendosi cliente e poi, uscendo, ha lasciato la porta blindata aperta da cui poi sono entrati i banditi vestiti da rider, casco integrale in testa, arma in pugno. Per i militari del Nucleo investigativo e la Mobile, si tratta di un gruppo criminale strutturato per razziare gioiellerie e compro-oro.
L’indagine ha permesso appunto anche di intercettare la filiera della ricettazione della refurtiva, gestita da intermediari incaricati della compravendita della merce rubata. Parte del bottino è stato recuperato e sarà restituito ai legittimi proprietari: due Rolex, che saranno restituiti ai gioiellieri del centro, e monili sottratti al compro-oro di via Orzinuovi. In particolare la rapina a “I gioielli di Rossana” aveva suscitato un’ondata di insicurezza e indignazione, perché compiuta nel salotto cittadino e sotto le telecamere di cui il centro è trapuntato. Erano appunto le 19 quando i due finti rider hanno fatto irruzione, sfruttando proprio la porta lasciata socchiusa dalla complice.